Gioco Culinario: la Mia e la Vostra Cena Perfetta

Come ho recentemente scritto in un commento, ad uno dei post culinari della mia compagna di merende e collega Silvia, io sono decisamente molto più bravo a mangiare che non a cucinare e ci metto anche un sacco di impegno!

Ratatouille, USA, 2007 – Regia di Brad Bird

Bella forza, direte voi, ma attenzione, non denigrate chi sa ben mangiare, perché qui non parliamo di persone banalmente crapulone o viziose (forse io un pochettino lo sono, ma non sottilizziamo), ma di coloro che hanno scelto di coltivare nel tempo, con gioia e passione, un senso del gusto frutto di tutte le esperienze gastronomiche che sono riusciti a provare, partendo anzitutto dal superamento del tracciato della tradizione familiare (che non si deve giammai rinnegare o abbandonare, perché i sapori e gli odori percepiti da bambini fanno parte del nostro cuore), su cui non bisogna fossilizzarsi, affinché quelle conoscenze siano soprattutto un meraviglioso punto di partenza per scoprire le cucine di altre regioni, paesi e situazioni, sperimentando cose nuove, a volte con risultati disgustosi ma altri con vere e proprie epifanie sensoriali, come accade al topo protagonista di Ratatouille, il capolavoro animato targato Disney/Pixar, scritto e diretto da Brad Bird e Jan Pinkava, in cui il piccolo chef roditore cerca abbinamenti gastronomici che creano esplosioni di gusto e colore.

Evangelion: 2.0 You Can (Not) Advance, JAP, 2009, Regia di Hideaki Anno

Sia chiaro, io non sono un santo e nemmeno un vero esteta della cucina e talvolta mi diverto ad indulgere in cibi davvero troppo saturi di sapori e calorie, ma quando questo avviene ne sono sempre molto consapevole, perché di base ho il massimo rispetto per i cibi sani ed altrettanto ho disprezzo invece per i cibi spazzatura, ma soprattutto più in generale per tutte le preparazioni industriali: non esiste, ad esempio, che io compri uno yogurt alla frutta, perché non ho necessità di mangiarmi una purea di frutta industriale di scarto, pastorizzata per uccidere i batteri della putrefazione incipiente ed infine maggiorata di fruttosio e saporanti, quali sono gli yogurt industriali ai vari gusti (al pari dei succhi di frutta, sappiatelo) e quando ho davvero voglia di mangiarmi uno yogurt arricchito di altri sapori come un dessert allora me lo prendo bianco, senza zucchero, preferibilmente colato, del Trentino o della Grecia (ce ne sono ottimi a prezzo stracciato anche al LIdl, tanto per dire!) ed aggiungo io stesso pezzi di frutta che mi scelgo, con una varietà di scelta oggi pazzesca, ma anche cereali o perché no anche ghiotte scaglie di cioccolato.

Provo un po’ di tristezza per coloro che in vita loro hanno sempre e solo mangiato le stesse cose, gli stessi piatti e non hanno mai nemmeno provato a cercare di vedere cosa c’era al di là del loro ristretto orizzonte e sia ben chiaro che non si tratta di una questione meramente economica, ma proprio di prospettiva, dell’essere ossia disposti o meno ad accogliere l’incredibile vastità e diversità che ci circonda, accorgendoci che un panino non è sempre fatto solo da due fette di pane farcite di salame, mortadella o prosciutto, ma che dentro ci possono stare anche le melanzane alla griglia (che magari avevamo per cena la sera prima) o dei fichi caramellati con del formaggio morbido e gherigli di noci o salmone affumicato ed avocado e lo stesso discorso vale per i primi, i secondi, i contorni ed i dolci: già abbiamo la fortuna di vivere nella nazione probabilmente con la maggiore diversità alimentare e culinaria del mondo, di cui spesso non conosciamo nemmeno un decimo e se non bastasse fuori dall’Italia c’è un oceano sterminato di sapori, di odori, di spezie e di materie prime tutte da scoprire, perciò, non fermiamoci alle quattro cose in croce che abbiamo mangiato da piccoli subito dopo essere stati svezzati e nel rapporto con gli altri ricordiamo che anche la nostra dispensa ci dice chi siamo, come i nostri vestiti, i libri che leggiamo, i film che vediamo, la musica che ascoltiamo e le persone che frequentiamo.

Mangiare bere uomo donna – Yǐn shí nán nǚ, TWN, USA, 1994, Regia di Ang Lee

Ponendo fine all’agonia di questa lunghissima introduzione, vengo ora al punto: vorrei proporvi un gioco culinario, chiedendovi di scrivere nei vostri commenti la vostra cena ideale, descrivendo il vostro menù serale perfetto, composto da:

  • Antipasto
  • Primo
  • Secondo (con eventuale contorno)
  • Dessert

Non c’è alcun limite a cosa scriverete, né di soldi, né di nazionalità, né di reperibilità stagionale ed immaginate che tutto sia cucinato nel suo massimo splendore, ma le uniche 2 condizioni che vi pongo sono le seguenti:

  1. Dovrete elencare solo piatti che voi stessi abbiate già provato almeno una volta e di cui avete mantenuto memoria gustativa, olfattiva e cromatica.
  2. È escluso ogni possibile bis o tris o ex-aequo, perché dovrete darmi solo un piatto per ogni portata (a meno che alcune preparazioni non prevedano necessariamente uno speciale abbinamento), seguendo la terribile regola del “chi butto giù dalla torre” anche tra due campioni di identico valore ai vostri occhi e per i vostri gusti.

Arrivati a questo punto, da pallone gonfiato logorroico quale io sono, non potevo esimermi di tediarvi ulteriormente illustrandovi, con dovizia di particolari e di aggettivi superlativi, quella che per me, anche a distanza di anni, resta il mio menù ideale: dovete, infatti, sapere che questo gioco ha un precedente illustre, scaturito inizialmente da un’idea del blogger ed amico Lapinsù, che a suo tempo sul suo sito propose un suo menù personalissimo, abbinandolo ad una scelta di commensali ideali e poi proseguito sulle mie pagine, dove anch’io mi immaginai di organizzare una cena di fantasia in compagnia non di persone in carne ed ossa ma di personaggi del cinema e della letteratura ed oggi, da quei post lontani nel tempo, ho deciso di estrarre quella che già allora io descrissi come la mia cena perfetta e che ripropongo a voi, come esempio di ciò che piacerebbe scoprire dei vostri gusti e delle vostre scelte.

Leggetela senza pensare nemmeno per un momento che voglia farvi credere che sia il menù migliore in assoluto in senso oggettivo, ma solo quello che meglio si è adattato negli anni a tutti i bivi culinari in cui mi sono imbattuto, alle esperienze diverse ed infine al mio retaggio.

La Cena Perfetta per Kasabake

  • Antipasto – Quiche Lorraine tradizionale
  • Preciso che quella da me scelta non è una cena di pesce (ovviamente la vostra può esserlo e non c’è limite nemmeno alla presenza contemporanea di carne e pesce, se fosse di vostro gradimento), altrimenti il mio antipasto preferito sarebbe stato certamente il Baccalà mantecato alla veneta, servito su fette di Polenta Fritta (una ricetta semplice e rustica, ma che, se preparata a dovere, ha un sapore ed una consistenza come pochi antipasti al mondo!), ma per il mio menù di questa sera la mia scelta è caduta sulla più famosa torta salata del mondo, perché questa sorta di frittata, con un cuore di pancetta affumicata ed emmental grattugiato, cotta in forno dentro la pasta brisè al burro, è per me un capolavoro dell’umanità!

    Da bere: uno Chablis, perché il nostro amatissimo Borgogna bianco è invero assai caro, soprattutto se si vuole il meglio e si sceglie un Cru molto alto, ma abbiamo detto che non ci sono limiti economici, quindi…

  • Primo piatto – Tortellini in Brodo di Cappone
  • Non penso di dover seriamente spiegare o dire nulla su questa pietanza, a meno che non ci sia qualche campanilista ottuso che spera di convincere gli altri che i suoi cappelletti di zona siano anche solo confrontabili ai veri tortellini bolognesi: qui siamo tra le meraviglie del creato e dell’ingegno dell’uomo, una pasta sfoglia sottilissima e l’abilità di racchiuderla attorno ad una farcia preziosa, con ingredienti canonizzati da accademie sempre al lavoro, per la salvaguardia della bontà del prosciutto e del parmigiano presenti, per creare degli ombelichi di Venere in miniatura.

    Da bere: in genere si consiglia un vino bianco fermo, ma io prediligo il Lambrusco secco, di cui ce ne sono un’infinità, buoni ed economici.

  • Secondo – Filetto alla Wellington ricetta originale di Escoffier
  • Lasciate perdere tutte le varianti più o meno credibili in stile Gordon Ramsay o le alternative semplicistiche di Giallo Zafferano (che normalmente è il male assoluto) o quelle moderne, ma comunque di alto profilo, de Il Cucchiaio d’Argento e de La Cucina Italiana o di altri pubblicisti culinari: qui parliamo della grande tradizione europea e della grande cucina internazionale nata a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, con la direzione delle cucine dei grandi alberghi catechizzata dal nume tutelare Auguste Escoffier, della quale questa portata è il simbolo stesso, per una cucina intesa come elaborazione di ricette antiche, continuamente ripetute e migliorate fino ad ottenere il supremo equilibrio; come tale, è una preparazione che si compone di altre preparazioni, dove i sapori sono conseguenze di altre consegue, con un filetto intero cotto nel forno con olio e burro assieme, successivamente vestito di leggero strato di patè di fegato grasso (non necessariamente d’oca, anzi, quello lo eviterei per questioni etiche), con incollate delle sottili lamelle di tartufo, quindi il tutto foderato di fette di prosciutto crudo ed infine un ultimissimo strato di Duxelles (una salsa molto densa, che si ottiene unendo del prosciutto cotto e dei funghi tritati ad una base di cipolla e scalogno passati precedentemente nel burro), per poi adagiare il tutto su un rettangolo di sottile pasta sfoglia, che verrà avvolta ed infilata nel forno, per un’ultima cottura; tagliando a fette questo composto ed accompagnandolo con la Salsa al Madera (una Demi-glace costituita da un Fondo Bruno, come ad esempio un brodo ristretto di carne, a cui si aggiunge un Roux Bruno ovvero la farina dorata nel burro, per poi restringere ed insaporire con il famoso vino liquoroso spagnolo, fratello del Cherry), vedrete la storia della cucina europea dipanarsi davanti a voi, come i cerchi di un grande albero tagliato che raccontano la sua vita.

    Da bere: solo un vino rosso corposo può sperare di essere degno di un simile piatto e non esiste nulla al mondo come i rossi toscani da abbinare alle carni, eccetto ovviamente il Barolo, ma siccome a me i Savoia, noiosi e fuggiaschi, non sono mai piaciuti ed al principe piemontese ho sempre preferito i briganti della provincia di Siena e della Val d’Orcia, voto decisamente per i vini della zona di Montalcino, non necessariamente il pericolosissimo Brunello, del quale si paga spesso più il nome che l’uvaggio.

  • Dessert – Tarte Tatin
  • Non è stato facile arrivare a questo vincitore tra i vari dolci possibili: sono stati scartati dolci storici, come la Sacher viennese (sublime nella versione rivisitata da Igino Massari, con la ganache al cioccolato e la confettura di lamponi al posto di quella di albicocche) o la Paris-Brest (con la sua deliziosa crema al burro a farcire la ruota di bicicletta fatta di pasta choux) ed i vari dolci al cucchiaio, come la Mousse al cioccolato e fiori d’arancia o la Crème caramel o la Crème brûlée, tutte scelte meravigliose, ma alla fine ha trionfato nel mio cuore e nel mio gusto la torta di frutta più famosa delle sorelle Tatin, che possedevano una pasticceria dove alla fine del XIX secolo hanno involontariamente creato questo capolavoro: cercate sul web la ricetta originale, così come la propone oggi lo chef Pascal Plissonneau ed aprirete ai vostri occhi ed alle vostre papille gustative un universo di contrasti e di assonanze tra dolce e salato che vi lascerà inebetiti.

    Da bere: senza mai poter escludere la grandissima Malvasia di Paolo Hauner (buona per tutte le occasioni), per  questa portata io mi cimenterei in un vino dolce ad etichetta Maculan (la Ferrari dei vini dolci) ed in particolare il Torcolato, meno snob ed altero del Sauternes francese, il quale è anche troppo presente con varie etichette sul mercato, quasi mai di prima scelta.

    Questo è tutto: caffè ed ammazzacaffè offerti dalla casa…


    Adesso, però, bando alle e diamo fuoco alle polveri! Vogliamo conoscere il vostro menù!… E mi raccomando, ciò che conta non è il vostro commento sul “mio” menù, ma quello che racconterete a tutti noi sulla “vostra” Cena Perfetta! Fatelo, usando poche o tantissime parole, non importa, ma fateci sapere!


    Categorie Cucina, Giochi & Sondaggi

    84 pensieri riguardo “Gioco Culinario: la Mia e la Vostra Cena Perfetta

    1. Antipasto: tartare di carne cruda con scaglie di tartufo
      Primo: ravioli del plin al ragù di carne
      Second: brasato al barolo con patate al forno
      Dessert: pesche all’amaretto

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      1. Anziutto grazie per aver giocato (che detta così, sembro Paolo Bonolis o peggio ancora uno dei più anonimi presentatori di telequiz del minchia delle reti nazionalpopolari!), ma applaudo al tuo menù: sobrio, importante (con il tartufo ed il Barolo non si scherza!) ed io ho già fame!! Il brasato è soave…
        Intanto registro il tuo menù e poi creerà una Carta dei Vari Menù proposti!

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      2. I Ravioli del Plin non li ho mai mangiati e DEVO colmare questa nia lacuna proprio nella mervaigliosa zona delel langhe… (anzi, “laguna!)

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        1. Se vai ad Alba troverai ristoranti che li fanno al top

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          1. Ecco, adesso ho davvero voglia di tornare in Piemonte…

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            1. Questo è il periodo giusto specialmente da quelle parti. Perché quando finisce la vendemmia lo spettacolo della natura e notevole e ci sono un sacco di turisti che vengono a

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    2. in questo periodo (durata 15 giorni) il mio menù preferito è passata di pisellini freschi e tartufo e di secondo Bertagnì con verdura fresca (il bertagnì è baccalà fritto, tipico piatto tipico bresciano). Il sottofondo musicale del pranzo non può che essere questo:

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      1. Non conoscevo il Bertagnì ed il tuo menù mi ha incuriosito moltissimo…
        Il video effettivamente è commento impeccabile e molto autoctono (musica a km zero!).
        La cucina bresciana è tutta scoprire per il resto d’Italia… Trippa in brodo con verdure, Saccottini di soglia con formaggio, il BUssolano, la Torta di Busina…. Gnam!!!
        Menù registrato!

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        1. non conosco uno dei piatti che hai indicato… 😀 credo ci sia un piccolo fraintendimento.

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          1. Davvero? Eppure sono tutti piatti che fanno parte della cucina bresciana, ancor più che bergamasca… Magari ricordo male, ma potrei farci una scommessa…

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            1. allora sono io che non sono aggiornata 😮 può essere 😉

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              1. Amicizie diverse, magari, essendo io un marchigiano che vive a Bologna da qualche decennio, quando sono stato a Brescia per lavoro mi hanno voluto impressionare!!

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                1. eh sì! il bussolano è mantovano! (ok, qui c’è il bossolà, un lievitato a metà tra il pandoro e il panettone, molto burro, ma non quanto il pandoro, forma con il buco in mezzo, ma alto a rincorrere il pandoro; fino a pochi anni fa lo preparavano solo 2/3 pasticcerie in città, ora, acquistati gli stampi, lo producono quasi tutte le pasticcerie) 😀
                  Il saccottino sembra una rivisitazione moderna di antiche ricette dove al formaggio in genere si associavano erbe montane e, se il periodo era buono, il pestom, anche perché il termine saccottino è importato.
                  La torta proprio non ho idea, ma io sono di città, potrebbe essere una Signora nota in qualche zona che ha tramandato la torta ai bisnipoti, anche questo può essere, tante nuove ricette date per tradizionali hanno una sessantina d’anni, mal contati.
                  La trippa alla bresciana ha brodo di carne e un importante soffritto di verdure, e sugo di pomodoro, per cui sì, può sembrare una trippa alle verdure (che ci sono).
                  Poi ogni ristorante ha la sua particolarità e ogni 10 chilometri la tradizione cambia 😉

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              2. In ogni caso spero di non averti messo in imbarazzo con la mia supponenza: io parlo da turista e non da vero bresciano, percio chi è del luogo ne sa sempre di più!

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                1. a volte sì e a volte no 😉

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                  1. Ho commesso un refuso che forse puà avere creato equivoci… Quando ho scritto Torta di Busina” volevo scrivere “Torta di Bosina” ovvero del pesce chiamato appunto bosina o bosa… Avevo scritto male per la fretta… Chiedo venia!

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                    1. 😀 la bosa sì! 😀 allora forse so dove ti hanno portato a mangiare 🙂

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                      1. Si svelano gli arcani misteri…

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    3. Dueppi & un Punto 25 Set 2021 — 16:22

      Ooookay menù di Paola, che post figo! (Kasabake, forse un giorno smetterò di chiamarmi con nomi diversi, più che altro smetterò di cercarmi, maybe..,) allora:
      Antipasto: battuta di fassone a coltello, con olio parmigiano in scaglie, sale, pepe (no tartufo, non posso mangiarlo)
      Primo: lasagnetta bianca, ovvero tegole sottili di lasagna con spinaci, besciamella, parmigiano, noce moscata…
      Secondo: tortino al forno di verdure con straccetti di pollo, carote, piselli, zucchine, pollo sfilacciato (sovracoscia), formaggio filante a dadini e uovo, tutto ben amalgamato e cotto in forno in porzioni monodose.
      Dessert: siccome non amo i dolci, dirotto su una compote di mele semplice ma servita calda con cannella e miele. 🍎

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      1. Splendido, goloso, raffinatissimo, snello, apparentemente leggero, consigliatissimo!!!
        Registro il menù ed intanto ragiono sulla lasagnetta…
        La mela e la cannella, un matrimonio perfetto!
        Grazie, Paola, davvero.

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        1. Dueppi & un Punto 25 Set 2021 — 16:42

          Grazie a te, sono alimenti che apprezzo molto per la loro semplicità

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    4. Bellissimo post come sempre, con cui concordo in ogni cosa per la parte introduttiva tranne per il fatto che personalmente mi diletto a cucinare, di tutto e a sperimentare. Questo non vuol dire che disdegni i ristoranti, ne ho provati tanti, dalle trattorie ai ristoranti di lusso ed a quelli di extralusso, che in sincerità, sono quelli che mi hanno deluso di più.
      Ma ora veniamo all’esame del tuo menù, poi ti parlerò del mio.
      Sarò sincera, tranne la Quiche Lorraine che mi piace molto e ritengo ottima, tutto il resto non riscontra i miei gusti e ora ti dirò il perché:
      Tortellini in Brodo di Cappone, sicuramente buoni, ma a parer mio il brodo di cappone è troppo grasso e troppo pesante, magari sono adatti ad un pranzo di Natale, dove si eccede per tradizione, ma per un menù normale non lo sceglierei mai perché mi risulta troppo unto.
      Per quanto riguarda poi i cappelletti caro amico, vorrei farti notare che sono nati più o meno nello stesso periodo, il tortellino nasce dalla forma dell’ombelico di venere, il cappelletto dalla forma di un cappello che si usava nel medioevo. Il tortellino ha una sola ricetta certificata. Il cappelletto nasce con ben 7 ripieni diversi certificati, questo per soddisfare i gusti di tutti e poter sposare tanti condimenti per farli asciutti oltre che in brodo.
      La sfoglia del tortellino è più sottile, quello del cappelletto, visto che anche la sfoglia ha il suo valore e la sua importanza è leggermente più spessa.
      Insomma concludendo concordo con te….non diamo adito a ottusi campanilismi, perché proprio non c’è storia 😛
      Filetto alla Wellington ricetta originale di Escoffier, sicuramente buono, ma preferisco la semplicità, ad esempio la tagliata cotta sulla pietra lavica portata sul tavolo in modo che uno prenda la carne cotta come più gli piace.
      Infine la Tarte Tatin, tradotto la torta rovesciata di mele con caramello, troppo dolce….le mele sono già dolci da sole, con il caramello diventano davvero troppo dolci, almeno per i miei gusti. Come torta di mele preferisco di molto quella con la crema chantilly, più delicata e raffinata.
      Insomma complessivamente, per dirla come diciamo in Romagna, il tuo menù lo trovo un po’ “fighetto”.
      Ora veniamo al mio, io preferisco alla carne il pesce:
      ANTIPASTO: INSALATA DI GAMBERETTI IN ANANAS
      una insalata di gamberetti e salsa cocktail creata dentro la metà di un’ananas svuotata un po’, quel tanto da contenere il ripieno, a cui vengono miscelati anche i pezzetti di ananas. Un connubio vincente, raffinato e delicato, un vero gusto per il palato
      PRIMO: LASAGNE DI PESCE
      Un primo cremoso, elegante e una consistenza cremosa che si scioglie in bocca.
      SECONDO: GAMBERONI AL SALE
      Semplici, senza tante elaborazioni, ma con la cottura al sale che mantiene tutto il sapore dei gamberoni rendendoli davvero fantastici.
      DOLCE: PANNA COTTA AI FRUTTI DI BOSCO
      Un dolce che sembra semplice, ma non lo è affatto, la panna cotta deve essere cremosa al punto giusto e il contrasto con il sapore un po’ acidulo dei frutti di bosco crea un insieme davvero splendido.
      Ora spiego la delusione per i ristoranti extra lusso, costano troppo, si mangia poco e non sempre bene perché i piatti sono troppo elaborati e con accostamenti molto discutibili, i camerieri sono una presenza ingombrante, soprattutto quando si piazzano dietro la sedie, per riempire il bicchiere non appena si svuota (mi fanno venire in mente lo sketch di Panariello, con l’avvoltoio sopra la testata del letto della nonna del macellaio ), mi urtano davvero tanto.
      Un consiglio, se siete lontano da casa e non conoscete i posti, fermatevi a mangiare dove vedete che fuori sono parcheggiati i camion .
      I camionisti sono esperti, così sarete sicuri di mangiare bene e spendere il giusto 😉

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      1. Un gruppo di tre SUV neri come una notte senza luna si sta fermando davanti casa tua e degli uomini in black suit ed occhiali neri, alti e muscolosi, con certamente almeno un’arma nascosta sotto la giacca, sono già scesi e stanno venendo con fare minaccioso verso di te…
        Non li ho mandati io, sia chiaro ma fanno parte di una speciale agenzia segreta governativa a tutela dei piatti di Escoffier, perché il tuo commento non è passato inosservato…
        Farò di tutto per spiegare alla tua famiglia dove ti hanno portato e cercheremo di liberarti!!
        Resisti…

        Ad ogni modo, come hai detto tu giustamente, il discorso sui cappelletti ed i tortellini va da solo, perso nei meandri di un’offerta che in realtà ha pari dignità, mentre quello sul secondo ed il dolce è proprio questione di gusti personali ed anche legati alla propria esperienza: finità l’università, ottenni un impiego temporaneo estivo presso la ex-BeCa Carni, dove facevo di fatto il pesatore ed il controllore delle mezzene di vitellone e manzo e quando alla fine del periodo mi liquidarono le competenze, ottenni anche in omaggio un intero filetto; con mia moglie ci accingemmo alla preparazione del filetto come da ricetta originale e fu davvero un vero viaggio culinario che per me non ha eguali, persino nella sua lunghissima lavorazione, ma come dicevo è solo questione di gusti; sulla Tarte Tartin mi permetto di suggerire che forse è solo questione di ricette, perché quella originale ha un contrasto di dolce e salato che la rende uno dei dolci meno stomachevoli in assoluto ed in genere persino inviso ai golosoni tout court.

        Per quello che riguarda il tuo menù, invece, è impossibile fare appunti e nello specifico i Gamberoni al Sale (che sono per altro il piatto di pesce che mia moglie predilige ad ogni anniversario di matrimonio che si riesca a festeggiare in un ristorante di pesce di alto livello qualitativo e che anch’io adoro senza se e senza ma), giacché è perfetto, dall’antipasto, alla lasagna di pesce, fino alla Panna Cotta!

        Potrei continuare a parlare per ore di cibo con te!

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        1. Non è arrivato nessuno, ho un ulivo secolare in giardino che fa la guardia 😛

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      2. Hai ragione distinguere tortellini da cappelleti.
        Concordo che i posti migliori per mangiare fuori casa sono quelli frequentati dai camionisti. Passano in rassegna il territorio e cercano il meglio. Quando giravo, adesso sono in pantofole, raramente passavo una seconda volta dallo stesso posto. Avrei potuto fare una guida tipo gambero rosso con tanto di cappelli.

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          1. Siamo divisi da un trattino 😀

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            1. Ma figuriamoci, si scherza, le divisioni sono solo quelle che si vogliono creare.

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              1. ma certo! 😀 Era un modo scherzoso per ricordare che in realtà Emilia e Romagna sono unite.

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    5. avendo girato molto ho sempre gustato i piatti locali. Però qui è un gioco, dunque bando alle reminiscenze culinarie e propongo il mio menù ideale. Niente vino. Non saprei abbinarlo, quindi meglio tacere che fare figuracce.
      Primo cappellacci di zucca – ragù o burro e salvia
      secondo filetto – ben cotto non amo la carne cruda. Lo so che faccio inorridire ma è così – all’aceto balsamico di Modena
      contorno – non può mancare – insalatina del contadino con olio e aceto balsamico di Modena
      dolce – mi sono preso in contropiede non amo molto i dolci – crostatina di fichi neri del mio giardino
      Forse non sono dei gran abbinamenti e in realtà se mangio il primo salto il secondo e viceversa. Il contorno quello c’è sempre crudo o cotto va bene tutto ad esclusione della cipolla che detesto come l’aglio. Il mio olfatto lo riconosce subito.
      Buon appetito.

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      1. Vado diretto al punto: amo i tortellacci di zucca ed amo la zucca a prescindere!
        Tortellacci o tortelloni di zucca (più alla ferrarese che non alla cremonese) sono tra i miei primi piatti preferiti in assoluto, perciò ti capisco benissimo!
        Sul resto, penso tu abbia capito che sono molto (ma molto) più crapulone di te, perciò…
        Intanto, menù registrato e grazie moltissimo per aver giocato!!

        P.S. Quindi da quello che ho letto, anche una poesia come la zuppa di cipolle alla francese (cotte nel brodo di carne, con aggiunta di formaggio emmenthal e pane abbrustolito) ti è preclusa?

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        1. Essendo di Ferrara preferisco i caplaz delle mie parti. Zucca dolcissima. Più che Cremona, l’altra parte dei tortellacci di zucca è Mantova. Il problema è la materia prima 😀
          Cipolla? Evitata come la peste. Quindi niente zuppa.

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        2. Caspita mi era sfuggita la zucca, i tortelli di zucca di mia nonna, cos’eranooooooo 🤦‍♀️🤦‍♀️🤦‍♀️

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          1. I tortelli di zucca, saltati con burro e parmigiano in padella, sono armi di distruzione di massa!!!
            Sublimi…

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            1. Ecco. Adesso me li sognerò 😆😆

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    6. Adoro mangiare e mangio di tutto, mi accontento anche di mangiare pizza tre volte al giorno (quella buona) quindi forse il mio commento sarà poco incisivo e una macedonia di cibi che assieme non si sposano affatto, ma se sogno, sogno in grande ahahaha.. comunque 🙂
      antipasto GNOCCO FRITTO, SALUMI E FORMAGGI MOLLI
      Primo PIZZOCCHERI DELLA VALTELLINA
      Secondo FILETTO o COSTATA ALLA FIORENTINA
      Contorno di patate arrosto con rosmarino
      dolce TORTA DELLA NONNA O TIRAMISU’
      Ho già l’acetone, invitatemi nel caso…

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      1. E invece il tuo menù è esattamente la risposta a quello che speravo fosse colto da chi leggeva: si, perché l’idea era proprio mettere assieme le portate dei nostri sogni, quelle che più ci fanno piacere mangiare ed i piatti che hai scelto fanno gola solo a leggerli!!
        Tra l’altro, da bolognese acquisito, adoro le crescentine (cugine dello gnocco)!!!
        Comunque, menù registrato!!!

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        1. Ahahahah aspetto chi lo propone sul piatto allora 🤪

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    7. Alessandro Gianesini 25 Set 2021 — 18:07

      Gioco interessante, ma che mi porta a ingrassare al solo leggere i nomi, perciò io starò leggero:
      una bella pizza (non la margherita, che anche se è bella, mi intristisce) con porcini e speck.
      Il tutto accompagnato da una buona birra, magari una Ipa, “sgrassi”.

      Se proprio vogliamo concederci il dessert, allora vada di torta elvezia (che non si trova mai da nessuna parte, quindi è una partita persa) o in alternativa una meringata bagnata con del grand marnier!

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      1. Ti sei riscattato sul dessert!
        Dai, sii sincero, non cambieresti la tua pizza con una bella lasagna grondante besciamella che fa così bene all’adipe?
        Ovviamente il gioco era al netto della dieta perché se vedessi quello che sto mangiando ultimamente non sembrerei nemmeno quello che ha scritto questo post!!!

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        1. Alessandro Gianesini 25 Set 2021 — 20:31

          Ci penso… Al momento sono al ristorante e sto ordinando una fiorentina 🤣

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    8. Io vengo a mangiare da tutti voi…
      Vi porto l’ammazzacaffè 😂😂😂
      Mi piacciono i vostri menù!!!

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      1. Ehi! Non penserai mica di cavartela così!!!
        Vieni da una regione che ha da offrire un mondo dì prelibatezze!!!
        Dicci il tuo menù serale perfetto, guerriera!

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    9. Meraviglioso post!!! Adoro la cucina!! 🤩
      I miei piatti preferiti sono:

      Antipasto: formaggi di tutti i tipi, parmigiano, Grana Padano, formaggio filante (ne sono ghiotta di formaggi! 😁) Crostini di pane per accompagnare i formaggi!

      Primo: Pasta al sugo!

      Secondo: cotoletta di pollo!

      Dessert: Torta allo yogurt che prepara mia mamma e a volte diversi tipi di dolci tradizionali sardi!

      Mi è piaciuto tantissimo questo gioco! 😊😉

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      1. Io ti ringrazio tanto per aver partecipato al gioco, Yle e quando arrivano i tuoi commenti so già che ci sarà un’esplosione colorata di simpatia, ma non puoi dirmi che il tuo primo preferito è la Pasta al Sugo!
        C’è la lobby della Pasta alla Carbonara e della Pasta Ripiena che mi stanno facendo pressione per farti cambiare idea!!
        Dimmi dove abiti che vengo a prenderti e ti costringo a mangiare di tutto e di più!!!
        Ovviamente sto scherzando e ti ringrazio sempre del tuo entusiasmo!
        Un abbraccio, Yle!

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        1. 😁😁😉 Un abbraccio fortissimo anche a te! 🥰

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    10. Casalinga Sempre Felice 25 Set 2021 — 18:20

      Ciao, inizio col mio menù esclusivamente a base di pesce:
      Antipasto – Gamberetti in salsa rosa, maionese naturalmente fatta da me a base di un uovo intero, un tuorlo, olio q.b., limone, sale e pepe.
      Primo – Crepes al salmone, poichè sono intollerante al glutine faccio le crepes con la farina di quinoa e le utilizzo come fossero delle normali lasagne a strati, alternandole con la besciamella naturalmente realizzata da me sempre con la farina di quinoa e un mezzo cucchiaino di farina di carruba per darle consistenza, altrimenti con la sola farina di quinoa risulterebbe la besciamella troppo liquida e latte di mandorle; all’interno della besciamella inserisco il salmone affumicato tagliato a striscioline e termino con uno strato di besciamella al salmone e un’abbondante spolverata di parmigiano rigorosamente reggiano stagionatura 30 mesi come si usa nella mia provincia emiliana.
      Secondo piatto – Orata o branzino (a secondo di ciò che trovo di pesce fresco in pescheria) al cartoccio precedentemente marinato con un filo di olio, abbondante succo di limone e varie erbette tra le quali rigorosamente aglio, prezzemolo e peperoncino, la marinatura poi la inserisco col pesce nel cartoccio.
      Dolce – Tiramisù, la base dei biscotti la preparo con i fiocchi di quinoa triturati al robot e impastati col cioccolato fondente fatto precedentemente fondere a bagnomaria, la crema invece la realizzo con le uova, zucchero e anziché il mascarpone uso la ricotta (meno calorico), una volta pronta la lascio in frigo l’intero pomeriggio per poi servirla a cena.
      Caffè e ammazza caffè – Solitamente utilizzo il caffè di cicoria da moka corretto con la sambuca.
      Per quanto invece riguarda la tua proposta di menù non è molto in linea con i miei gusti è anche le mie intolleranze alimentari, poichè il glutine non è l’unico, direi quindi gutine a parte, il dolce.

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      1. Menù di pesce impeccabile, con soluzioni alternative all’uso di ingredienti tradizionali molto ma davvero molto interessanti!
        In particolare ho trovato affascinante l’uso dei semi di quinoa passati al frullatore ed amalgamati al cioccolato fondente per la base del Tiramisù… Però il mascarpone è più buono della ricotta! Basta mangiarne meno, golosona!!!
        Grazie molto del tuo menù, che è stato doverosamente registrato!

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        1. Casalinga Sempre Felice 25 Set 2021 — 21:15

          Ma grazie a te dell’ aver apprezzato il mio menù e grazie anche per l’idea geniale che hai avuto oggi nel post 😊

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            1. Casalinga Sempre Felice 25 Set 2021 — 21:39

              😊😉

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    11. Tortino di verdure con fonduta di raschera, panzerotti al sugo di noci., brasato al barolo. Una crema catalana se resta la voglia di dolce

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      1. In poche righe hai sparato un menù da panico!
        Ho finito di cenare e lo mangerei ora!!!
        Non ho mangiato la raccherà piemontese, com’è in confronto alla fontina valdostana?
        Ricorda più la raclette?
        Comunque questa sera il
        Brasato al Barolo stravince nei vari menù dei commenti!

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    12. Antipasto: carpaccio tonno e spada
      Primo: gnocchi alla romana
      Secondo: Orata al cartoccio e carciofi
      Dolce: crostata di frutta fresca

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      1. I menù di pesce sono molto gettonati questa sera nei commenti ed il carpaccio si spada e tonno è uno splendido evergreen, ma la mia simpatia va a quel piatto prodigioso fatto con il semolino e che regala sempre grandi soddisfazioni in tutte le sue declinazioni!!
        I gnocchi alla romana restano una grande ricetta mai abbastanza glorificata e personalmente è tra i miei preferiti assieme ai da me citati tortellini, alle lasagne ed ai passatelli!

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        1. Ma che meraviglia!!! Pensavo che fossimo in pochi ad apprezzarli davvero

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    13. Premetto che sono nata a Bologna, con madre bolognese, ma vivo a Ravenna, perciò amo sia i tortellini bolognesi che i cappelletti romagnoli (i primi rigorosamente in brodo, i secondi al ragù). Detto questo ecco il mio menù:

      Antipasto: crostini misti senza tartufo (funghi, formaggi, verdure varie)
      Primo: gnocchi ai 4 formaggi (con gorgonzola)
      Secondo: torta salata rustica (tipo spinaci, ricotta e parmigiano, oppure funghi misti e provola)
      Dolce: Semifreddo all’amaretto
      Post stupendo!

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      1. Colpo di scena notevolissimo! Hai confidato le tue origini bolognesi ed anche il fatto che tu vivi a Ravenna eppure nel tuo menù serale perfetto non c’è traccia dei classici della bolognesità come i Tortellini asciutti o in brodo, le Tagliatelle e la Pasta Ripiena, così come della Romagna mancano i Passatelli (che io adoro asciutti, tra l’altro, con speck e formaggio!).
        Hai invece optato per gli gnocchi, che sono spesso ingiustamente snobbati e che invece, se fatti in casa, sono una vera leccornia!
        Grazie tantissimo per il menù e per i complimenti (quelli si che sono un signor contorno!)

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        1. Grazie a te per la bella idea!

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    14. Mi piace assaggiare cibi nuovi: quando sono all’estero, o anche in qualche regione italiana lontana da casa, sono curioso di assaggiare, provare, gustare. Non tutto mi piace, ma almeno assaggio. Dire “non mi piace” senza assaggiare lo trovo sciocco.

      I cibi “industriali” sono un male a volte necessario: in casa io e moglie lavoriamo, e non sempre si ha il tempo per preparare manicaretti. Obviously.

      Non sono un gran mangione, mi so accontentare anche di un ovetto a-la-coque o di un risotto di funghi. Mai riuscirei a mangiare antipasto-primo-secondo-contorno-dessert.
      Scelgo ugualmente, ma ricordando che il mio pasto ideale si compone al massimo di 2 portate.

      Antipasto: tartina con gamberetti
      Primo: risotto ai funghi
      Secondo: uovo al bacon
      Contorno: funghi di ogni tipo cucinati in ogni modo
      Dolce/dessert: crostata

      🙂

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      1. Commento ricco e degno di risposta esaustiva!
        Il tuo approccio alla cucina è quello giusto ed a mio avviso anche l’unico accettabile perché come in tutte le cose è la curiosità a guidarci altrimenti siamo tubi digerenti che lavorano mangiano e cagano senza arte né parte!
        In fondo è la stessa filosofia che sta dietro il mio tendenziale rifiuto dei cibi industriali, laddove ovviamente l’alternativa sia facilmente raggiungibile per esigenze di tempo e soldi: il mio esempio dello yogurt valeva proprio perché non mi piace e la scorciatoia di una preparazione industriale aromatizzata alla frutta o ad altri gusti ancora più artificiali (abbiamo davvero bisogno di mangiare uno yogurt al gusto di crema catalana?), perché è impossibile non avere il tempo di tagliare una banana e metterla dentro uno yogurt bianco: anch’io quasi sempre non ho tempo per fare manicaretti e spesso preferisco ripiegare sulla pasta col sugo piuttosto che su un piatto pronto da scongelare, per dire… E così per la colazione del mattino, con cereali piuttosto che con merendine o frollini industriali…
        Diciamo che sono scelte non solo di tempo e soldi: l’industria è una strada in discesa per avere sempre tutto ma spesso non vale pena avere tutto questo “tutto”!
        Insomma, come si dice, meglio un signor vino una volta alla settimana che Tavernello tutti i giorni (per altro io bevo davvero di rado a tavola, ma quando lo faccio lo faccio con tutti i crismi!)
        Sul menù hai nuovamente ragione: nemmeno io mangio normalmente quattro portate, anzi, in genere ne mangio una sola, indifferentemente che sia pranzo o cena e se prendo il primo non prendo mail secondo e viceversa, ma il gioco era tale con tutte le portate e ti ringrazio per esserti prestato in modo integrale!!

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        1. 🙂
          Bisogna a mio avviso saper bilanciare il cibo sano (non è per forza detto che quello industriale non lo sia), con qualche “scappatella” alimentare.
          Anche se io sono a dieta e le scappatelle alimentari posso solo sognarmele di notte: ho le visioni di un panino al salame ungherese.

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          1. Parole sante!
            Io con il tempo in realtà ho solo imparato che avere sempre tutto e subito è spesso a scapito della qualità, per quello tendenzialmente diffido del cibo industriale ovvero non perché sia apriosticamente contrario ma perché a volte penso sia meglio rinunciare ad un piatto prelibato (perché non si ha tempo e/o soldi per farlo, cosa che a me capita molto di frequente, ahimè!), piuttosto che accontentarsi della sia versione surrogata…
            È comunque come scappatella (nelle quali io indulgo con piacere ogni tanto) meglio un fritto misto che un hamburger da fast food!

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            1. Ieri al supermercato, reparto rosticceria, avevano appena preparato il pesce fritto, ma ho saputo resistere (causa dieta, as usual).

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              1. Un eroe! Io non so se sarai stato capace…

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    15. crostini toscani, ribollita, fiorentina con le patate arrosto, cantuccini col vinsanto.. sono di parte? Naaaaa… non ho mica scritto lampredotto! 😉

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      1. Si avvicina l’inverno e ritorno a sognare una bella ribollita toscana fatta come si deve… Che meraviglia! Il lampredotto è stupendo, ma lo hai tenuto giustamente fuori del menù perché in effetti è piu street food che portata di una cena (ma quanto è buono, anche quello veloce che fanno sopra il mercato coperto di Firenze, gnam!).
        Grazie moltissimo del tuo menù!
        Li sto registrando uno ad uno e ne verrà fuori una bella cosa…
        Ah, ovviamente, per chi non lo sapesse e ci sta leggendo, i crostini sono quelle delizie fatte con i fegatini, dei quali si farebbe sempre il bis!!!

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    16. Fantastico. Il “vecchio” gioco-meme di Lap l’avevo messo in cantiere e poi cestinato, per il frequente sovraffollamento della mia cartella bozze. Di recente, lo stesso: sempre Lap mi ha taggata per quest’altro gioco, sul quale ho temporeggiato un pochetto per cedere di nuovo. Ma, chissà, forse essere arrivata qua proprio ora potrebbe essere un segnale dall’universo, che mi spinge a recuperare entrambi. Magari accorpandoli.
      Ora che, seppure in tono e presenza minori, sto rivivificando il mio blogghettino che ho trascurato per un periodo, un grandioso divertissement culinario ci sta bene.

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      1. Saremo pronti ad accogliere il tuo menù!

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    17. Cavolo arrivo in ritardo a questo gioco, come sempre del resto. Anche io ho un legame molto parciolare con la cucina ma ammetto di non aver mai pensato ad una cena idea.
      Cerchiamo di spremere le meningi

      Antipasto: Tartare di Manzo con Carciofi e Burro d’Arachidi di Cristiano Tomei (purtroppo non ho mai provato l’originale ma rifatta a casa ne vale veramente la pena)

      Primo: Spaghetti burro e alici (Chef Danilo Ciavattini pochi ingrienti ma sapore unico, miseramente fallito il tentativo di riproporli a casa)

      Secondo: Lonza di Maiale cotta a bassa Temperatura (chef Cristina Bowerman, il piatto era più complessa ma ora non ricordo tutti gli ingredienti, però a distanza di anni ho ancora vivide le sensazioni provate all’assaggio)

      Dolce: facile facile Zabaione con scaglie di cioccolato (questo senza troppi riferimenti)

      Bella iniziativa!
      Ho faticato veramente per buttare giù questa lista pensavo fosse un compito meno arduo 🙂

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      1. Che bello leggerti anche qui e dopo tanto tempo, trascorso per lo piu senza che io per primo mi facessi sentire (il mio isolamento da WordPress è stato lungo ed anche un po’ antipatico per gli altri ma dettato da esigenze molto terrene ed immanenti, ma da un po’, anche grazie all’ospitalità della collega blogger ed amica Silvia, sto riprendendo un buon ritmo), ma soprattutto è bello leggere immutato il tuo stile sobrio ma amante del “bello”, che in cucina diventa del “buono” e del “ben fatto”!!
        Si, è bello leggere di come hai composto uno spartito sapiente di sapori non smargiassi, con portate consapevoli di tanta storia culinaria anche contemporanea, per la quale in parte ti invidio (mi sono imbattuto in Tomei nel periodo in cui aveva aperto il suo ristorante a Lucca dentro gli spazi del Museo di Arte Contemporanea, ma non ho mai mangiato alla sua tavola).
        Ho apprezzato molto il tuo menù, proprio perché, malgrado i populisti sempre in agguato, pronti a fustigare chi ha avuto la voglia di costruirsi un gusto (discorso che vale sia per la cucina come per l’arte figurativa, letteraria e musicale), tu hai costruito un percorso raffinato e quasi minimale, in sordina, ma pieno di sapori ed odori, su cui penso che potrei anche cimentarmi o comunque approfondire la conoscenza delle ricette.

        Grazie di cuore per il tuo contributo a questo gioco, per il quale non è mai troppo tardi!!!

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        1. Ti ringrazio per le belle parole come sempre.
          Hai ragione purtroppo i populismi sono sempre in agguato perfino in cucina ma sinceramente non me ne sono mai curato e cerco di seguire chi come anche te non se ne cura. “Costruirsi il gusto” mi piace molto come immagine e la trovo azzeccata, esiste una sensibilità verso gli stimoli che riceviamo che può essere sviluppata e che di entrare in comunicazione con gli altri. Non dico che ogni sensiblità debba obbligatoriamente essere sviluppata ma faremmo bene a non avere l’ipocrisia di classificare queste sensibilità.
          Un saluto a presto 🙂

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