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Tante cose da dire, ma alla fine nulla di fatto

Che palle sentir dire da qualcuno che non ha mai il tempo per fare le cose!
Oramai è diventata una litania continua, declamata da chiunque, dai parenti ed amici a cui chiediamo una mano in casa per spostare un mobile o far partire un’auto, fino agli uomini e le donne disoccupati che però si mostrano ugualmente sempre molto indaffarati, per tacere delle signore di classe economica agiata che a metà mattinata sono in giro per negozi, estetisti e visite all’orto botanico: insomma, tutti sono sempre molto occupati, presi da impegni improrogabili ed importantissimi, comprese le persone normali e non solo quindi quella odiosa categoria di umani, pseudo-imprenditori rampanti con il mito di Elon Musk in testa o consulenti aziendali del piffero, che vanno in giro per la città indossando mocassini senza calzini e pantaloni stretti alle caviglie, freschi di una seduta presso un Barber Shop alla moda (quelli dove si viene tosati da parrucchieri per uomo vestiti come dei modelli di Gucci, alla pari di un bartender di tendenza che fa roteare le bottiglie prima di versare il loro liquido con effetto circense, dentro a bicchieri dove hanno imprigionato il fumo di qualche cavolo di legno bruciato molto molto cool), parlando ad alta voce con lo smartphone in pugno e le airpods alle orecchie, rompendo quindi i coglioni a tutti coloro che stanno attorno e rispondendo agli sguardi di disapprovazione dei vicini (di autobus, di metropolitana o di bar) con un sorriso di odiosa e sprezzante superiorità, nello stile di Alberto Sordi nella scena del Marchese del Grillo del 1981 (imperdibile cult movie di genere storico-commedia, diretto da Mario Monicelli e scritto da Bernardino Zapponi, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Mario Monicelli, Tullio Pinelli e dallo stesso Sordi), nella quale, pur essendo stato beccato dai gendarmi papalini in una rissa assieme a dei popolani, è l’unico ad essere liberato, con anche tante scuse, solo perché nobile.

Quindi, non essendo io né un Marchese, né un imprenditore o un disoccupato indaffarato, come potrei adesso, in questo post, lamentarmi di non aver tempo? Eppure è proprio quello che sto facendo e non solo da oggi: ho già saltato la volta scorsa il mio appuntamento bi-settimanale (si, in genere posto un pezzo ogni 14 giorni o qui o sul mio blog personale) e non volevo che accadesse nuovamente, ma invece stava per succedere anche questo week-end, tanto che avevo persino pensato di fare in emergenza un post musicale, di quelli che si scrivono mettendo solo un bel «Ciao a tutti!» ed incollando un link di YouTube con uno dei tantissimi videoclip che guardo ed ascolto quotidianamente, come questo, ad esempio, diretto da Mitch Ryan con sfoggio di inutile carnalità, allo scopo commerciale di assimilare alle pop-star dell’ambiente dance statunitense un’interprete raffinatissima come Rosalía Vila Tobella, esponente spagnola di assoluto pregio delle moderne declinazioni del flamenco: fatevi un favore, dimenticate il video ed ascoltate la poesia di questa voce.

La prima cosa di cui mi sarebbe piaciuto parlare con voi se avessi avuto tempo (ancora con ‘sta storia del tempo che manca? Che noia e che banalità!) era senz’altro un discorso generale sulla differenza che dovrebbe a mio avviso esserci nel modo di scrivere di ognuno di noi nel web, tenendo ossia conto della piattaforma dove si vogliono condividere parole, pensieri ed immagini: spesso noto infatti confusione di intenti da parte di chi usa il proprio blog per sparare sentenze (più adatte a Twitter, social di poche striminzite parole ed in genere dall’effetto dirompente, come battute, annunci importanti, notizie flash, commenti sarcastici) o mostrare cose che ha comprato o visto in giro (come libri, scarpe, vestiti, cibo ovvero tutte quelle cose che si fotografano e poi si postano meglio su Pinterest (ma chi lo usa più!), Tumbrl (idem come sopra ma già più pertinente per gli artisti) e che hanno infine la loro casa deputata su Instagram (il social ideale per mostrare immagini e scrivere quattro cose in croce, anche se padron Zuckerberg lo sta trasformando in un clone di TikTok grazie allo strumento dei Reels), ma poi, alla fine, chi sono io per dire come dovete scrivere? Rispondo da solo: nessuno. Perciò che ognuno scriva come gli pare, tanto poi sarà il suo pubblico a determinarne il successo o meno.

Avevo anche pensato di proporvi un post in cui avrei parlato della straordinaria Jenna Marie Ortega, statunitense con genitori di origini messicane e portoricane, protagonista dell’imminente Wednesday – Mercoledì, fiction Netflix prodotta e parzialmente diretta dal genio di Tim Burton (assieme a Gandja Monteiro e James Marshall) e creata da Alfred Gough e Miles Millar (il dinamico duo di autori televisivi che a suo tempo fuse il teen drama all’action supereroistico con la longeva Smallville, 10 Stagioni dal 2001 al 2011 e tanta influenza su ogni cosa uscita dopo in quel campo): la carriera della giovane Ortega è per lo più televisiva ed anche molto emblematica, con un’evoluzione caratteriale dei personaggi interpretati molto simile a quella avuta dalla super star Zendaya, che le ha viste nascere e diventare famose in show e film per la Tv dal taglio adolescenziale e soggetti comico-romantici, per poi ciascuna delle due ritagliarsi un mood di presenza visiva molto caratteristico, come testimoniato dalla carismatica presenza della nostra Jenna Marie Ortega in The Babysitter: Killer Queen, probabilmente ad oggi il suo film più azzeccato, secondo capitolo del franchise horror-comedy ultra-trash ideato da Brian Duffield e diretto dal fracassone ma bravo McG (aka Joseph McGinty Nichol).

Insomma, non erano certo gli argomenti da trattare che mi mancavano ed anzi l’elenco sarebbe così lungo che vi stupirebbe (prima o poi riuscirà a parlarvi dell’importanza del bentō nell’animazione giapponese, il vassoio con coperchio e vari scomparti, dove riporre il cibo preparato in casa per lo più da usare per un pasto consumato fuori casa e che aldilà della sua palese utilità ha profondi significati di affetto ed intimità da parte di chi lo prepara per un suo caro, parente o amico che sia): anzi, è proprio a questa moltitudine di cose da dire e non dette che vorrei in realtà oggi rendere omaggio con questo post, realizzato con una specie di elenco di argomenti solo parzialmente affrontati, per un effetto simile (ma assolutamente indegno del paragone) ai mille incipit con cui è costruito quel capolavoro dell’umanità del romanzo scritto da Italo Calvino nel 1979 che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita, Se una notte d’inverno un viaggiatore (fate attenzione, non sto parlando di uno dei tantissimi libri, più o meno dimenticabili, in cui ci si imbatte nella propria vita e che magari sono consigliati come essenziali da persone che in un anno fanno fatica ad arrivare ad una decina di romanzi letti, ma proprio di un gioiello assoluto, che va letto per la sua bellezza, per la sua importanza storica e perché antesignano di tutti i vari iper-romanzi usciti successivamente, sito nello stesso pianerottolo dorato dove risiedono libri totemici come Esercizi di stile di Raymond Queneau o Ulisse di James Joyce).

Libri bellissimi nelle loro vecchie edizioni, di cui adoro le copertine ma vanno bene anche le ristampe

Un argomento che invece mi sta davvero a cuore e che mi rammarico di non poter (avere tempo di) approfondire è quello della vergognosa modalità con cui la parte bianca del nostro pigro, viziato ed ignorante pubblico occidentale ha accolto alcuni prodotti di intrattenimento culturale anglosassoni, nei quali, a loro dire, è stata commessa una genuflessione verso la terribile e pericolosissima attitudine del politically correct, inserendo a forza personaggi di razza non bianca caucasica, omosessuali o altro ancora di non conforme alla tradizione (sto ridendo mentre scrivo, ma penso si evinca!): al centro delle polemiche delle settimane scorse sono quindi finiti la costosissima e visivamente imponente serie televisiva prodotta da Amazon Prime Video The Lord of the Rings: The Rings of Power – Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, colpevole, a sentire i fan ortodossi ed ultra-nerd in lontano odor di fascismo (lo sapete tutti, vero, che senza che il povero autore britannico potesse aver detto o scritto nulla che giustificasse tale scelta, la destra italiana di ambiente neo-fascista ha sempre idolatrato le opere di Tolkien, tanto che i campi giovanili dell’allora estremistico Fronte della Gioventù avevano scelto come loro nome “Campi Hobbit”, con tutto l’armamentario di croci celtiche e simbologie varie?) di aver presentato personaggi dalla pelle scura non presenti nelle opere e nemmeno nei sogni di Tolkien, come Arondir, Guardiano delle Terre del Sud, nonché di aver modulato in chiave pop character considerati dai fan sacri ed intoccabili, come la nobile elfa Galadriel, che nei film di Peter Jackson avevamo conosciuto già adulta, nell’interpretazione datale da Cate Blanchet e che ora invece vediamo anche da bambina e poi da giovane donna, grazie all’attrice britannica Morfydd Clark.

Morfydd Clark nella parte di Galadriel, in The Lord of the Rings: The Rings of Power, fiction tv Amazon

Ma se le polemiche relative alle scelte di casting della mega-fiction finanziata da Amazon si sono confuse in mezzo alle inevitabili e più ampie discussioni su un progetto che già sulla carta non poteva che creare diatribe tra gli appassionati (essendo basato non su un gruppo di romanzi ben preciso, ma su un magma narrativo frutto della fusione delle opere più famose di Tolkien con le Appendici esplicative lasciate dall’autore in eredità, con pagine e pagine di spiegazioni e specificazioni sul passato delle varie Ere storiche del mondo da lui creato e dei vari personaggi), queste non sono state davvero nulla in confronto all’irruenza scaturita come reazione, di una parte del pubblico bianco occidentale, alla visione del trailer dell’imminente ennesimo nuovo lungometraggio live action della Disney The Little Mermaid – La Sirenetta, previsto nei cinema per il prossimo anno, che avrebbe commesso l’affronto imperdonabile di aver scelto per il ruolo della sirena figlia del Re Tritone non una slavata e candida attrice nordica ma, orrore degli orrori, la ventiduenne cantante dalla voce angelica e strepitosa Halle Bailey, statunitense e dalla pelle scura: sui social hanno preso coraggio e parola un pubblico fino ad allora dormiente e sornione (i razzisti di comodo o “razzisti della domenica”), mettendosi in coda a biechi personaggi usciti letteralmente dalle fogne, che si sono riempiti la bocca di etichette tanto care alla loro pseudo-cultura, come il temuto politically correct o peggio la cancel culture, chiedendo ad alta voce giustizia per i presunti soprusi subiti dalla civiltà europea (mettiamoci anche bianca, cristiana, benestante, eccetera), quasi sempre, ahimè, prendendo fischi per fiaschi.
Gustatevi come il preparato divulgatore Alessio De Santa (conoscitore reale dei meccanismi dell’intrattenimento culturale popolare) smonta il patetico pseudo-influencer Mattia Caruso, noto nel web come Mattcarus, divenuto famoso proprio per cavalcare con furbizia l’indignazione del pubblico bianco riguardo le presunte imposizioni di quello che lui stesso chiama “politicamente corrotto”:

@alessio.desanta

Parliamo ancora una volta di politicamente corretto [insta: alessio_de_santa] #cinetok #imparacontiktok #sirenetta #disney #politicamentecorretto #CapCut

♬ suono originale – Alessio De Santa

Per evitare di dire o anche solo pensare grosse fesserie e fare brutte figure, chiunque di noi, figlio della parte più ricca e privilegiata del mondo, dovrebbe prendersi un attimo di tempo, tirare il fiato ed informarsi meglio, senza cedere subito alla pigrizia intellettuale di chi si lamenta che gli siano stati tolti dal mercato i suoi biscotti preferiti e cadere nella tentazione di scambiare ogni cambiamento al suo recinto come una disgrazia e proprio a tale scopo suggerisco, per chi ne avesse tempo e voglia, di leggersi tutto il lungo intervento in merito proprio a questo argomento, pubblicato sul suo profilo Facebook da Riccardo Corbò, vero conoscitore di cultura nerd e nerd egli stesso: sinceramente io non avrei saputo dire meglio ciò che lui ha spiegato, chiudendo a mio avviso l’argomento in modo definitivo ed inoltre, come ho scritto anche nei commenti al suo post, malgrado sia spesso ricercatamente aggressiva ed ineducata, la sua prosa risulta alla fine azzeccata ed idonea alla specifica comunicazione e quindi come tale impeccabile.

Immagine di copertina del Post di Riccardo Corbò pubblicato il 12 Settembre 2022 su Facebook

La verità, signore e signori miei, è che molto del livore del pubblico anche italiano è basato sulla constatazione che, come scrive Emiliano Pagani in calce al post di Corbò «[noi europei] dobbiamo superare il trauma ed elaborare il lutto che comporta la presa di coscienza di non essere più il centro dell’universo. Non siamo più noi quelli che le grandi compagnie vogliono coccolare. Lo hanno fatto per anni, ma adesso le cose stanno cambiando e non è facile accettare di non essere più il cocco della mamma ma, al contrario, dover dividere cibo e carezze con un fratello».

Nel mondo ci sono problemi reali davvero terrificanti, con guerre ovunque (non soltanto in Ucraina), dittatori spietati (oltre quelli sotto gli occhi di tutti come Putin o alcuni emiri arabi assetati di sangue, ma anche figure più in ombra come il Primo Ministro dell’Ungheria Viktor Orbán o il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan o ancora il Presidente della Siria Baššār al-Assad e tantissimi altri biechi despoti in giro per il mondo, intenti a violentare le loro popolazioni, appoggiati dagli USA o dalla Cina o dalla Russia a seconda della loro strategica posizione geopolitica), bambini che muoiono di fame e di sete non perché manchino risorse alimentari o idriche al nostro pianeta ma solo perché queste sono amministrate in modo crudele e settario da multinazionali che possiedono terre in paesi altrui o perché sono svendute da governi locali talmente corrotti da non dare alcuna speranza di riscatto ed ancora donne che in molti paesi in prevalenza musulmana sono inchiodate a leggi religiose ingiuste ed orribilmente maschiliste (simili a quelle che vigevano nell’Europa medievale secoli or sono, ma più stridenti nel confronto con il resto del mondo che avanza e che cambia) e su tutto galleggia in alto, come una nube grigia perenne, la finta democrazia di un regime neo-liberale non appartenente ad alcun vero partito ma ad una tecnica di comando che sta lentamente smontando ogni argine di diritti acquisiti, sostituendoli con punteggi e meriti concessi dai gestori di ogni cosa (sanità, cibo, energia, trasporti, sicurezza).

Contrassegni depositati dai Partiti in lizza per le Elezioni Politiche 2022 (fonte Il Sole 24 Ore)

Mi sarebbe piacerebbe infine parlare di politica, viste le elezioni di Domenica 25 Settembre, ma me ne sono guardato bene, altrimenti, viste le posizioni preconcette che in genere tutti hanno su rispettive barricate, questo blog si sarebbe trasformato in una ribalta simile a quegli orribili programmi finto-giornalistici condotti da burattini pennivendoli e prezzolati.

Per chi fosse comunque curioso, basti sapere che io non milito per alcun partito e che sono stato nel tempo deluso praticamente da tutte le forze oggi in parlamento ed anche da quelle che non ci sono più: Domenica andrò a votare, ma solo perché lo considero un dovere civico ed anche perché non penso che un domani abbia diritto a lamentarsi chi non ha nemmeno fatto lo sforzo di esprimere una preferenza, ma sono molto indeciso ed anche particolarmente frastornato dal pensiero che coloro che da ambo gli schieramenti si propongono come argine per il male che i suoi oppositori rappresentano, siano essi stessi la sigaretta che ha procurato quel cancro.

Buona serata, buon week-end, buon voto e buon riposo!


Categorie Riflessioni e Società

37 pensieri riguardo “Tante cose da dire, ma alla fine nulla di fatto

  1. emozioniamatita 23 Set 2022 — 18:40

    Io: aspetto il 23 Novembre data nella quale uscirà Wednesday Addams….🖤🖤🖤e in aggiunta alle tue osservazioni “veloci” (❓) credo che nel proprio blog uno faccia un po’ come crede… Amo la spontaneità delle cose, quelle fatte per piacere e non “per-piacere”…. quando il tempo è poco,si fa come si può, ça va sans dire 🥴🎃💀🎃👻🎃👻

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    1. Esatto! Che poi alla fine è esattamente la mia conclusione del paragrafo!
      Anche i comunicatori di professione alla fine fanno quello che più si addice loro e questo porta sempre bene, mentre invece è una pessima comunicazione quella fatta in modo artificioso da chi non si trova a suo agio con una piattaforma (come i politici che stanno affollando i social giovanilisti per acchiappare i loro voti) ma finge che gli piaccia…
      Ancora mi ricordo di come tu ad un certo punto affrontasti una situazione simile, in cui fior fiore di professionisti ti dicevano come dovevi gestire la tua comunicazione social e tutto questo ti stava terribilmente stretto, finché non ne hai potuto più ed hai ribaltato il tavolo, tornando a fare le cose che più ti piacevano!!!
      Un grande esempio di libertà e passione che ho sempre ammirato.
      Un abbraccio, Paola!

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      1. emozioniamatita 23 Set 2022 — 18:49

        Ah si sì e tutt’ora lo sostengo…. Il visibile sarà visibile quando avrà senso e necessità di esserlo. Morto il divertimento morto tutto

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        1. Applauso 👏👏👏👏👏

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          1. emozioniamatita 23 Set 2022 — 18:50

            Di fatti guarda che mosceria………..pure qui…..

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            1. In che senso? Parli del tuo nuovo blog?

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              1. emozioniamatita 23 Set 2022 — 18:52

                No in generale in tutti i blog….m

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  2. Mannaggia ai cellulari! Avevo scritto un commento chilometrico e alla fine è sparito tutto! 😦
    Meno male che non avevi tempo! Hai scritto un bellissimo post che condivido in tutto. Con il tempo, sia riguardo ai film o ai libri, non ascolto mai la critica ma lo guardo o lo leggo e mi faccio la mia opinione, un po’ come faccio con le persone 😉
    Concordo con il fatto che ci sia molto razzismo mal celato, soprattutto quando si criticano artisti di colore o mulatti, che sono di una bellezza e bravura palese.
    Riguardo alla politica, anch’io andrò a votare, per una volta che ce lo fanno fare credo che sia opportuno approfittarne! Detto questo penso che non sia un argomento, come hai ben detto, da affrontare nei blog se si vuole evitare l’insorgere dei “so tutto io” con la loro verità assoluta e che ti vogliono far passare “elegantemente” da deficiente! Quindi hai fatto benissimo così.
    Porta pazienza socio che tra un po’ arriverò anch’io, voglio concludere con calma le cose che sai, poi torno 😉 Buona serata!

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    1. Oh, amica mia, non hai idea di quante volte mi sia capitata anche a me la stessa disavventura quando ho cercato di commentare un post mentre ero con lo smartphone… Tante parole e tanto tempo buttati in un istante! Che rabbia…
      Comunque si, di cose io in realtà ne ho sempre da dire un mucchio, ma sono anche un pignolo che vorrebbe sempre di un argomento affrontare tutti gli aspetti e così finisce che invece di accennarli semplicemente (come ho fatto questa sera) finisco per costruirci attorno un poema!
      Risultato: produco poco!!!
      Nel tempo che io impiego per scrivere un post, ci sono blogger che ne scrivono dieci!!
      D’altronde mi diverto così e facendo diversamente non sarei felice, perciò…
      Sul tuo ritorno vale lo stesso discorso: nessuno ci paga per scrivere sul blog, né ci danno medaglie, ma è e deve restare un piacere: tornerai quando la situazione lo permetterà senza forzature o altro!
      Un abbraccio e buona serata!!

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  3. Ciao Kasabake, non è facile risponderti, il tuo articolo è pieno di argomenti, mi rifaccio al tuo titolo. Tante cose da dire, ma alla fine nulla di fatto. Ci lamentiamo sempre del fatto che non abbiamo tempo. Lo scorrere del tempo è sempre lo stesso, quel che cambia è la percezione che ne abbiamo, che cambia molto a seconda dello stato d’animo. Io di tempo ne avrei da vendere, eppure, in questo momento particolare, faccio molta fatica ad organizzarlo. Succede, non è la prima volta, non sarà nemmeno l’ultima. Persone che fanno mille cose utili ed altre che magari riempiono le giornate di nulla. Che dire? La diversità è ricchezza, come i nostri blog in fondo. Credo che la cosa più bella sia proprio la varietà dei nostri punti di vista ed il modo di esporli, come hai scritto anche tu. Prima, ti parlo di me ovviamente, ne pubblicavo di più. Non voglio risultare lagnosa, ho sempre ricercato varietà nell’ambito del mio stesso blog. A volte sono telegrafica, ma mi preme di far risaltare un concetto che mi sta a cuore. Altre volte potrei essere decisamente prolissa, gli argomenti non mi mancano. Il mondo muta, tutto è in costante mutamento e dolorosa involuzione. Domenica si vota e farò il mio dovere di cittadina, ma, come te, mi sento piuttosto delusa da tutti i politici. Nondimeno mi assumo le mie responsabilità. Ci sono orrori di ogni genere, compresa quella povera ragazza che è stata uccisa perché non ha indossato correttamente il burqa. Mi fa orrore vivere in un mondo come questo, non per sputare nel piatto in cui mangio. Non succede più nulla di normale. Normalità? Che cos’è, una cosa che si mangia? Io poi di normale non ho proprio nulla, ma sono convinta che, come al solito, ci siamo capiti e abbiamo trovato un punto di incontro.
    Un caro saluto 👋
    Val

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    1. Si, è proprio così Val, in qualche strano modo io e te abbiamo anche su questa molteplicità di argomenti trovato un punto di incontro, pur non avendo magari gli stessi punti vista… È la straordinaria magia di riuscire a sentire un suono in particolare in mezzo al frastuono, una voce in particolare in mezzo alle tante di una folla e poi seguirla fino a dove desideriamo che ci porti…
      Il tempo è davvero relativo come tu dici, ma quella varietà e quella felice stranezza dei propri rispettivi blog va assolutamente preservata, perché tutto il resto è noia…
      Grazie del tuo bel commento e buona serata!

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      1. Mi fa piacere che ti sia piaciuto, buona serata anche a te e grazie per la tua bella risposta!

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  4. Credo che questa tua riflessione sia davvero da applausi 👏🏻👏🏻👏🏻”su tutto galleggia in alto, come una nube grigia perenne, la finta democrazia di un regime neo-liberale non appartenente ad alcun vero partito ma ad una tecnica di comando che sta lentamente smontando ogni argine di diritti acquisiti, sostituendoli con punteggi e meriti concessi dai gestori di ogni cosa (sanità, cibo, energia, trasporti, sicurezza).” Finalmente qualcuno che jonnha gli occhi foderati di prosciutto ossia: tu. In quanto a votazioni, partiti etc. Anch’io la più totale delusione da chi c’è stato, da chi dovrebbe ess3rci e chissà da chi ci sarà… staremmo a vedere!!! Anch’io andrò a votare e non per dovere ma soltanto per non compiacere coloro che forrebbero che alle urne ci si presenti in pochi e poi perchè mi piace poter essere dalla parte di dire e obiettare quando e laddove necessario. E meno male che non avevi tempo hai scritto un post lunghissimo, sempre b3ll8 comunque leggerti e quando oltre a film e serie televisive nei tuoi scritti includi anche argomenti più di mia conoscenza ebbene, ci vado a nozze 😉 Buonanotte Kasabake 😊

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    1. Grazie di cuore! Mi fa davvero piacere che le mie esternazioni anche in argomenti diversi da quelli a me più congeniali (come quelli come-televisivi) ti risultino gradite!
      Come dicevo con Silvia e con Val, in realtà io di cose da dire ne avrei moltissime ma non sempre riesco a trovare il tempo per esaminarne una alla volta in modo completo, cosa che invece è quello che mi piace sempre fare di più…
      Intanto si avvicina il giorno delle elezioni e da Martedì scopriremo tutti chi ci governerà…
      Resteremo con gli occhi aperti (grazie dei complimenti al riguardo, tra l’altro!) e vedremo cosa accadrà…
      Buona notte anche a te!!

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  5. Ci avevano detto che la tecnologia sarebbe stata nostra alleata, per fare le cose più velocemente, ed avere più tempo per noi stessi e per gli altri.
    Bugia.
    Ora ne siamo schiavizzati, dalla tecnologia, che ci obbliga di fatto a fare “più cose” nello stesso lasso di tempo, e ci attira come miele per fare cose di cui non ne sentiamo alcun bisogno, ma che alla fine ci piacciono e ci distraggono dalle cose più importanti da fare per noi stessi, come per esempio fare due passi all’aperto, stare con gli amici, o dedicare tempo ai nostri hobbies.

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    1. Pazzesco, in pochissime parole hai riassunto un concetto a cui penso spessissimo anch’io!
      Mi riferisco alla tua osservazione sulla cosiddetta tecnologia di consumo (ovviamente quella professionale in mano ad aziende e specialisti aiuta davvero a risparmiare tempo e ridurre il margine di errore), perché è sempre la solita storia: ci vengono vendute cose di cui non avevano bisogno ma di cui poi non riusciamo più a farne a meno..
      Come hai giustamente detto, servirebbe uno stacco da tutto questo, dei momenti “techless”, senza supporto o device e magari anche riscoprire ogni tanto il piacere della lentezza, dei giri a vuoto o come mi piace spesso dire nei miei post accettare l’idea che il percorso migliore per andare da A a B non sempre è il più breve…
      Grazie sempre della tua lucidità di pensiero, Kick! Mi fa sempre piacere!

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      1. Guarda: in vacanza ho praticamente dimenticato di avere il cellulare, e non avevo il PC. Sono stato benissimo.

        Ora, io come gli altri, ci troviamo a rincorrere la TV a pagamento, Amazon e Zalando, i mille messaggi su qualsiasi canale e piattaforma, le mail, le telefonate, e ci troviamo con mille impegni la maggior parte dei quali totalmente inutili, ma cui non rinunciamo.

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        1. Concordo su tutto!!
          Buona serata e buona domenica !!

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  6. Per fortuna che sei troppo indaffarato per scrivere un post perché hai scritto un bellissimo pezzo dove spazi dai libri ai film, alle serie tv e tanto altro. Lunghezza giusta e pieno di spunti. Il libro di Calvino citato, Se una notte d’inverno un viaggiatore, non l’ho molto apprezzato. Preferisco il Calvino prima maniera da questo astratto e surreale. Adoro Calvino come autore, oltre ai libri singoli ho anche i due volumi dei meridiani che raccolgono tutti i suoi scritti. Per quello come l’ultima produzione la gradisco meno.

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    1. Anzitutto, grazie come sempre delle tue belle parole nei miei confronti!
      Calvino è un autore grandissimo, molto più importante per la storia della nostra letteratura italiana di quanto si possa normalmente pensare: oltre ad essere stato un grande narratore, infatti, fu anche un grande divulgatore e le sue lezioni di letteratura, tenute presso le varie università, comprese quelle statunitensi, sono state davvero memorabili, non a caso raccolte in volumi che ancora oggi sono molto venduti.
      Come ho scritto in altri commenti a questo mio post, io in realtà di cose da dire ne avrei sempre tantissime ma raramente riesco davvero a dedicare il giusto tempo a ciascuna di esse ed oltretutto essendo un inguaribile pignolo non riesco a parlare di qualcosa in modo troppo superficiale… insomma, praticamente su ogni argomento ho bisogno prima di girarci attorno, come farebbe una nave che esplora un’isola controllando dal mare tutte le sue coste e poi do inizio allo sbarco, ma questo modo di procedere porta via un sacco di tempo…
      Sicuramente se fossi meno logorroico forse riuscirai a recuperare anche un po’ di tempo!
      Grazie ancora, bear e buona serata!

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      1. Concordo pienamente su Calvino, di cui ho tutto o quasi, e non mi stanco di leggere da quando in terza media lessi Gli Antenati. Da allora non ho mai smesso.
        Il bello dei tuoi post è proprio quello: non sono mai superficiali e la loro lettura richiede tempo e attenzione cosa che faccio.

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        1. Grazie ancora, bear, le tue parole mi ripagano sempre!!

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  7. Carissimo, più che un post un flusso di coscienza di ciò che sta capitando nel mondo dell’entertainment e non solo. Vari spunti, tutti interessanti e tutti espressi con intelligenza e onestà intellettuale, valori che da sempre ti contraddistinguono.

    Per quanto riguarda l’argomento “tempo” è una cosa che mi tocca da vicino. Io sono proprio uno di quelli che indichi all’inizio del tuo post, quelli che dicono di “non avere mai tempo” e si ritrovano a dover evitare alcune cose, in primis come ben sai il mio stesso blog.
    Il che però si ricollega al secondo argomento del tuo post, il modo in cui si “sfrutta” un determinato palcoscenico, che sia twitter, Inatagram o wordpress o tutto il resto. Dovendo destrarmi (come tutti) tra lavoro, vita privata, hobby e interessi vari (troppi nel nostro caso caro Kasa XD ) bisogna effettuare delle scelte. E dover scrivere sull’argomento topico del momento, il film appena uscito, la serie evento e anzi ancora prima averla dovuta fruire (cosa non facile quando escono intere serie complete come su Netflix oppure in periodo caldi come questo quando ogni giorno esce una nuova puntata di una serie super seguita come She-Hulk, Anelli del Potere, House of Dragon, Andor e chi più ne ha più ne metta) dover stare dietro a tutto ed essere “costretto” a scriverci qualcosa….onestamente mi ero rotto le balle. Tanto di cappello a chi lo fa di lavoro ma per me era nata come una passione, qualcosa da fare con piacere e quindi tanti saluti. E dopo un lungo (forse troppo) periodo di distacco da WP sono contento di dire di star trovando un equilibrio: piccoli e brevi post su IG e qualche sporadico (ma per me più succoso) articolo sul blog.
    E non guardo neanche più il film o la serie del momento. La guardo quando e se ho voglia di guardarla. Tre puntate di Andor non sarei mai riuscito a vedermele tutte di fila e me le sono recuperate con calma nel corso della settimana, “Anelli del Potere” gli ho dato un’occasione ma non mi ha preso e seguirla solo perché la seguono tutti, no grazie.
    Insomma il web corre così tanto, come uno di quei treni proiettile che fanno 500 km/h e noi vediamo il paesaggio scorrere sempre più veloce ma non riusciamo a godercelo appieno. Una foto, un posto su ig, #frasedaallegarealpaesaggio e via. Ogni tanto però sarebbe bello scendere e goderselo questo paesaggio.
    Poi per carità ognuno fa quello che vuole con le proprie piattaforme, ci mancherebbe altro 🙂

    Vorrei soffermarmi sugli altri argomenti da te trattati, che tutti a loro modo mi toccano in prima persona (il cambio di sesso o etnia dei personaggi di fantasia, le elezioni che come saprai sono andate come sono andate…) ma sono argomenti molto vasti e molto complessi, ma a guardarmi bene, quella tempo e del proprio spazio sul web era la cosa che mi ha colpito di più.
    Saluti amico Kasa, riesci sempre a farmi riflettere su tanti argomenti anche mentre il mondo sembra stia impazzendo (o regredendo) sempre di più.

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    1. Mentre leggevo il tuo splendido e godurioso (per me almeno moltissimo!) commento, mi sono come guardato nello specchio: malgrado la differenza di età innegabile (sei molto più giovane di me) e di fisico (cazzo, fai sport, sollevi pesi, flessioni, mangi sano… in caso di rissa mi gonfieresti come un pallone!), da sempre ci accomuna un approccio molto simile al mondo dell’intrattenimento culturale, qualcosa che non è semplicemente etichettabili come nerd o otaku ma un voler capire ogni volta come quello che guardiamo, aldilá del piacere provato, si situi nel panorama generale.
      Insomma, a me ed a te è chiarissimo che per essere dei veri addicted bisognerebbe farlo di lavoro quello di guardare e leggere tutto (un “tutto” che per altro anche nelle testate online specializzate è frutto di un compromesso al ribasso, escludendo completamente dai post, anche dei maggiori influencer, le produzioni coreane, turche e indiane ed inserendo le nipponiche solo quando ne parlano negli USA) e noi due decisamente non siamo pagati per questo!
      Tuttavia resta fortissima la passione e la voglia di condividere con gli altri le nostre osservazioni ed anche qualche informazione utile, che poi è un modo per “giocare” con il mondo social (un tempo le piattaforme di blogging non facevano parte della sfera social network, ma oggi lo sono a tutti gli effetti) che io e te abbiamo: ben venga quindi aver trovato una mistura da parte tua per continuare a scrivere e condividere e non ha alcuna importanza se questo avviene via WordPress o via Instagram ed in futuro via qualcos’altro, perché in questo non esistono limiti o barriere purché il meccanismo funzioni!
      Gli argomenti più forieri di discussioni (come la politica italiana, appunto o le discussioni piene di botta e risposta tra talebani, suprematisti e persone liberal in argomento inclusività etica, inclusività di marketing e stupido conservatorismo se non criminale arroganza razzista) li ho anch’io nel post di fatto “delegati” ad altre voci e va benissimo così.
      Quanto è bello restare in contatto con te, comunque!!!

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      1. Verissimo, anche se sporadicamente (io non ho la tua costanza di pubblicare un post due volte a settimana ne tanto meno quella dell’amico comune Arcangelo di Omniverso Blog che riesce addirittura a pubblicarne uno settimanalmente o anche più) insomma, anche se ci si sente poche volte, è sempre un piacere rimanere in contatto in un modo o nell’altro!
        Certe “affinità” (di pensiero, gusti e interessi) sono rare e sarebbe un peccato perderle 🙂

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        1. Assolutamente!!! Un abbraccio, Danny e buona giornata!

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  8. Dopo il Barone Dimezzato ho letto Se una notte d’invero un viaggiatore. Beh del primo ho scritto una finta recensione, dell’ultimo non sono riuscito nemmeno a fare quello. Troppo completto, tropo intrigato, troppo intelligente. E’ un libro che mi ha messo soggezione per la sua grandezza, l’impressione è che sia un libro talmente enorme da non avere tutti gli strumenti necessari per affrontarlo. Non posso che concordare con te sull’importanza di questo libro… oltre che su tutto il resto.
    A presto.

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    1. Si, è proprio come hai detto tu: quello di Calvino è un “libro mondo”, qualcosa che non a caso ho accostato all’opera totemica di Joyce e leggerne la giusta definizione da te è stata una conferma ed un piacere!
      Grazie della tua lettura, sempre stimatissima!!

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  9. Ogni tuo articolo è così ben strutturato che ogni volta è come scivolare e perdersi in ogni cosa che scrivi, colleghi e interpreti… arte che descrive arte… complimenti

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    1. Che complimento meraviglioso mi hai fatto e che belle parole mi hai rivolto, davvero!
      Anche se sono al lavoro ed in teoria non potrei fermarmi per rispondere ai commenti, come avrei potuto non farlo di fronte a questo tuo?! Grazie di cuore!

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  10. Alla prima frase mi sono sentita subito chiamata in causa … io sono così: perennemente in arretrato.
    Cattiva gestione del tempo? Cattiva abitudine? Incapacità di valutare le proprie possibilità?
    Mah …. le ipotesi sono tante.
    Come diceva Il Grande Quelo …. la risposta dentro di me è sbagliata!

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    1. Eh, eh, eh, grande Guzzanti…
      Comunque non c’è una risposta univoca a quello che hai scritto e chi cerca di formulare consigli di vita, rispondendo a domande in realtà leggere e non davvero filosofiche come quelle che hai messo nel commento, spesso fa la figura di un vecchio Yoda saccente (“difficile scegliere cosa dover fare è”) o del saggio cinese da film americano di arti marziali in stile Miyagi di Karate Kid (“metti la cera, togli la cera”)…
      Se si ha davvero poco tempo perché la propria vita è realmente piena, ben venga, ma se invece si fanno solo scelte fuori sincrono allora qualche problema di restare indietro su ciò che conta davvero per noi c’è.
      Buona vita

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      1. Molto da apprendere ancora io ho.
        GRAZIE!!

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