Nella prima parte di questo viaggio dentro il genere narrativo cyberpunk, abbiamo visto molto chiaramente come le sue origini letterarie affondino bene i loro piedi nelle allegorie create da un gruppo di saggisti, filosofi e scrittori degli anni ’30 e ’40 del Novecento, che nei loro romanzi vollero descrivere la società del futuro con un intento di critica ossia verso quella del loro presente, immaginandone una deriva disumanizzante e totalitaria, accompagnata da un lento e inesorabile slittamento del potere governativo democratico verso una nuova forma di oligarchia, che usava la tecnologia come strumento di controllo della popolazione ed in cui perdevano significato anche i concetti di nazione o identità culturale, fino alla creazione di una civiltà globale, transnazionale e transcontinentale, basata solo sugli scambi finanziari e commerciali…
Originariamente da me pubblicato sul blog Kasabake
Splendido post come sempre amico mio, ho lasciato il commento da te 😉
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Vado a leggere il post originale
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