Effetto Mandela: post con il trucco…

Il cosiddetto “Effetto Mandela” è un fenomeno psicologico che si verifica quando molte persone credono erroneamente che un evento particolare sia avvenuto, quando in realtà non è mai accaduto: il suo nome deriva dal fatto che molte persone, fino a poco tempo fa, ricordavano erroneamente che Nelson Mandela fosse morto in carcere negli anni ’80 o ’90, quando in realtà, dopo una lunghissima prigionia, era stato alla fine rilasciato nel 1990 e aveva poi vissuto fino al 2013.

Nelson Mandela (Mvezo, 18 luglio 1918 – Johannesburg, 5 dicembre 2013)

Questo fenomeno è stato documentato per la prima volta negli anni ’90 dalla psicologa sociale americana Elizabeth Loftus, che ha condotto studi sulla memoria umana e ha scoperto come questa possa essere influenzata da molte variabili, tra cui l’ambiente circostante, le suggestioni di altre persone e le nostre stesse aspettative.

Sulla scorta di queste evidenze psicologiche, penso sia chiaro quanto sia importante essere quindi  consapevoli della fallibilità della nostra memoria e cercare di evitare di fare affidamento solo sui propri ricordi, specie se incerti o suggestivi: si pensi, ad esempio, sulle conseguenze importanti nella vita reale che l’Effetto Mandela potrebbe avere , come nei processi giudiziari, dove le testimonianze oculari potrebbero essere influenzate da suggestioni o da informazioni errate fornite da altre persone, al punto da portare a errori di giudizio e persino a falsi ricordi su persone coinvolte in un atto criminoso.

The Silence of the Lambs – Il Silenzio degli Innocenti, USA, Regia di Jonathan Demme

L’Effetto Mandela può anche verificarsi nel contesto del cinema, quando molte persone ricordano erroneamente particolari di un film che in realtà non si sono mai verificati e sono davvero molti i casi in cui il pubblico ricorda dialoghi, scene o perfino finali di film in modo completamente errato: un esempio famoso riguarda il film The Silence of the Lambs – Il silenzio degli innocenti (USA, 1991, Regia di Jonathan Demme, sceneggiatura di Ted Tally dall’omonimo romanzo di Thomas Harris), in cui molte persone ricordano erroneamente che il personaggio di Hannibal Lecter dica «Hello Clarice» quando incontra per la prima volta l’agente Starling, quando in realtà il personaggio nella scena dice semplicemente «Good morning».

Apollo 13, USA, 1995

Ancora più celebre è senza dubbio la frase pronunciata da un astronauta della missione Apollo 13: quasi tutti ricordano erroneamente che il famoso messaggio inviato dall’equipaggio della missione alla base di Houston fosse «Houston, we’ve a problem (Houston, abbiamo un problema)», quando in realtà la frase esatta fu «Houston, we’ve had a problem (Houston, abbiamo avuto un problema)», come fedelmente riportato anche nel film di Ron Howard del 1995, ispirato dal libro Lost Moon, scritto da Jim Lovell e Jeffrey Kluger.

Snow White and the Seven Dwarfs – Biancaneve e i sette nani, USA, 1937

Tuttavia, per noi italiani, il falso ricordo cinematografico probabilmente più clamoroso è quello legato al lungometraggio animato della Disney Snow White and the Seven Dwarfs – Biancaneve e i sette nani (USA, 1937): molte persone ricordano erroneamente che la Regina cattiva chieda «Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?», quando in realtà tale frase non fu mai pronunciata nel film, dove invece si può ascoltare la Regina Cattiva dire la frase «Specchio magico delle mie brame, chi è la più bella del reame?».

L’Effetto Mandela nel cinema può essere causato da molte variabili, come le aspettative del pubblico, le informazioni errate fornite dalla pubblicità e dai media o dalle interpretazioni soggettive del film da parte degli spettatori ed anche in questo caso, come in tutti gli altri, è importante essere consapevoli della fallibilità della memoria e cercare di evitare di fare affidamento su ricordi incerti o suggestivi.

Fin qui la parte di post scritta con il “trucco”…

Si, perché, con eccezione delle informazioni sui credits dei vari film (che ho io aggiunto nelle parentesi), di un po’ di punteggiatura ulteriore (ho inserito qualche virgola e qualche due punti per rendere più fluido il testo) e di qualche verbo da me trasformato nel modo dall’indicativo al congiuntivo, tutto quello che è stato scritto dall’inizio del post fino a qui, dalle singole parole usate nel testo per descrivere il significato dell’Effetto Mandela fino agli esempi cinematografici forniti (tutti verificati, tutti brillantissimi e tutti interessantissimi), non c’è nulla scritto da me, poiché tutto è stato interamente creato dall’intelligenza artificiale del servizio di OpenAI offerto da Google, noto come Chat GPT, che io ho appositamente interrogato in tre distinti momenti per costruire quel testo.

Chat GPT è solo il più famoso degli strumenti creati da Open Ai e certamente non sarà l’ultimo

Chiedo scusa se qualcuno si può essere sentito in qualche modo “truffato” da questa provocazione, ma era per me importante far capire a che punto siano arrivati certi applicativi a disposizione di chi scrive articoli o post o semplicemente crea contenuto sul web, rivolgendomi soprattutto a chi non ha la più pallida idea di quali progressi abbiano fatto i software incaricati di costruire modelli di intelligenza artificiale basati sull’architettura di deep learning (definizione di un software che di fatto impara dalle mille domande e dalle mille correzioni alle sue risposte, come avviene in modo planetario ed infinite volte ogni giorno nel motore di ricerca di Google).

Nello specifico il servizio da me usato per il “trucco” di inizio post è denominato appunto Chat GPT (Generative Pre-trained Transformer) ed è stato sviluppato da OpenAI proprio perché possa ogni volta generare del testo naturale in modo assolutamente autonomo: con un po’ di presunzione, mi sento di dire che onestamente si vede ancora la differenza tra un modo di scrivere molto personale come il mio e quello usato dalla AI nell’elaborazione del testo, tendente ad essere composto da una sequenza di frasi sintatticamente elementari (soggetto + predicato verbale + complemento), con pochissimi gerundi o participi, ma il risultato finale, a mio avviso, è comunque sbalorditivo!

Tanto per entrare nel dettaglio tecnico e rispondere magari alla curiosità di chi pensa che questo sia fantascientifico, si sappia che Il funzionamento di Chat GPT è basato su un algoritmo di apprendimento automatico: il modello è stato per anni ed anni pre-addestrato su una sconfinata quantità di testi già esistenti (come libri, articoli di giornale e pagine web) e tutto quell’addestramento ha permesso al modello di apprendere da solo le regole della grammatica e della semantica della lingua, acquisendo infine una conoscenza vastissima su innumerevoli argomenti.

Ogni utente che nel mondo effettua una ricerca sul motore di ricerca di Google alimenta Chat GPT

Va detto che al momento il servizio che ho usato io è gratuito per qualsiasi utente di Google (basta recarsi sulla pagina di OpenAI e loggarsi con le proprie credenziali oppure la prima volta creando un account usando quello di Google che avete già), ma è anche già possibile iscriversi ad un servizio premium in abbonamento mensile, chiamato Chat GPT Plus, che garantisce più velocità nelle risposte e maggiore varietà: era prevedibile che, dopo un periodo di rodaggio iniziale, arrivasse dopo una qualche forma di pagamento, ma tenete conto che la versione standard resterà certamente libera proprio per non bloccare un utilizzo il più vasto possibile, giacché è il meccanismo stesso di Chat GPT che per crescere richiede di essere interrogato in continuazione.

Quando l’utente invia una domanda o una richiesta di informazioni a Chat GPT, il modello informatico analizza il testo di input che è stato scritto (ammettendo anche qualche errore di battitura, come fa già normalmente Google quando navigate nel web, correggendovi se scrivete in modo sbagliato una parola o un nome) e genera una risposta scritta in tempo reale (è davvero velocissimo!), basata sulla sua conoscenza pregressa e sul contesto della domanda; inoltre Chat GPT è anche in grado di riconoscere e interpretare la lingua naturale dell’utente in modo simile a come lo farebbe un essere umano e di produrre quindi risposte coerenti e pertinenti alle richieste degli utenti (ad esempio, tutta la pagina di accesso e fruizione di Chat GPT è in inglese ma basta scrivere la propria richiesta in italiano e si ottengono tutti i testi in italiano, senza bisogno di specificarlo).

La schermata essenziale di Chat GBT dove scrivere quale testo si desidera ottenere dalla AI

Non è tutto: Chat GPT è infatti in grado di apprendere continuamente dalle interazioni con i suoi stessi utenti (oltre quelli che normalmente interrogano Google con i miliardi domande di ricerca fatte sul browser quando si naviga), in modo da migliorare costantemente sia le sue risposte, sia la sua capacità di comprendere il linguaggio naturale: tra qualche mese il servizio darà risposte ancora più articolate e flessibili di quelle che fornisce ora, virtualmente senza un limite di apprendimento.

Questo lo rende uno strumento potentissimo per la generazione di testo in diversi contesti, come l’assistenza clienti, la ricerca online e la produzione di contenuti, ma a che prezzo sull’onestà di chi scrive e con quali conseguenze?

Ad esempio negli USA è stato vietato l’utilizzo di Chat GPT nelle scuole, sia sui PC a disposizione degli studenti sia sui loro dispositivi mobile (per chi usa un iPhone esiste la possibilità ufficiale di collegare con comando rapido la versione mobile di Chat GPT direttamente all’assistente vocale Siri) e rido al solo pensiero di cosa già fanno invece gli studenti italiani più tecnologicamente evoluti, a cui ogni tanto qualcuno prova a togliere gli smartphone in classe, ma che regolarmente lo hanno in tasca…

Chat GPT versione mobile per smartphone

Le domande sono molte e le risposte non sono ovvie o meglio, come cantava il cantautore e poeta Bob Dylan, «The answer, my friend, is blowin’ in the wind – La risposta, amico mio, se ne va nel vento».

Buona serata e buon week-end!

Categorie Riflessioni e SocietàTag , , , , ,

49 pensieri riguardo “Effetto Mandela: post con il trucco…

  1. La sto utilizzando e facendo esperimenti di scrittura

    Piace a 1 persona

    1. Fai bene, bisogna sempre sperimentare per giudicare

      Piace a 1 persona

  2. Bellissimo articolo, mi ha incuriosita molto Chatgpt! L’effetto Mandela su Biancaneve l’ho avuto anche io! Buon weekend Kasa! ❤️

    Piace a 1 persona

    1. Grazie di cuore!! Buon week-end anche a te, giovane artista!

      Piace a 1 persona

      1. Grazie infinite di cuore!!! 🥰❤️

        Piace a 1 persona

  3. Per un blogger che fa divulgazione le intelligenze artificiali in grado di comporre autonomamente un testo sono una minaccia, perché (come dimostra il tuo post) sono in grado di informare i lettori con un’efficacia non lontana da quella di un testo elaborato da una persona fisica.
    Per i bloggers che fanno recensioni invece non cambia nulla, perché le intelligenze artificiali tendono a comporre dei testi impersonali, mentre invece una recensione per essere efficace ha bisogno di essere scritta con un tono appassionato: il blogger deve convincere chi legge a comprare un libro o un film trasmettendogli tutto l’amore che prova per quel prodotto, e questo un’intelligenza artificiale non potrà mai farlo.
    Perfino per una persona fisica risulta difficile simulare un apprezzamento per un libro o un film. E infatti è per questo che so distinguere a occhio nudo le recensioni “sincere” da quelle che sono state scritte perché il blogger si è fatto comprare da una casa editrice o direttamente dall’autore del libro: perché anche da un testo scritto si riesce a distinguere l’entusiasmo sincero da quello falso come una banconota da 3 euro.
    Tornando alla capacità delle intelligenze artificiali di fare divulgazione, giusto pochi giorni fa leggevo in un articolo (https://www.orizzontescuola.it/intelligenza-artificiale-gli-insegnanti-rischiano-veramente-di-essere-soppiantati-in-futuro/) che proprio per questa loro abilità in futuro le intelligenze artificiali potrebbero pensionare anche i professori. Chi ha scritto quell’articolo evidentemente ha una visione molto parziale del nostro lavoro: infatti, anche se le intelligenze artificiali dovessero riuscire a fare divulgazione con la nostra stessa efficacia (ed è un grosso se), in ogni caso quella è solo una parte del nostro mestiere. Oltre a quella c’è la capacità di sapersi relazionare con gli alunni, e soprattutto la capacità di valutarli: tutte competenze che nessuna macchina è in grado di svolgere al posto nostro. Probabilmente pensi che il mio sia un tentativo sindacalista di difendere la mia categoria lavorativa, oppure un tentativo di autoconvincermi che non verrò sostituito da una macchina di qui a breve, invece ti assicuro che la mia è una convinzione sincera, e che l’avrei maturata anche se non fossi stato un professore.

    Piace a 1 persona

    1. Sono perfetta d’accordo con tutti i tuoi giudizi: persino in questo post penso fosse evidentissima anche senza il mio avviso quale fosse la parte scritta da me e quale invece quella senza personalità creata da Chat GPT ma questo che ora è sotto agli occhi di tutti penso sia solo il livello superficiale… Sotto si sta muovendo un mondo!

      Piace a 1 persona

      1. Ti dirò una cosa che forse ti stupirà. Recensire un film o un libro con l’intento di persuadere i lettori a comprarlo è un’operazione in fondo piuttosto simile al marketing: nonostante ciò, io penso di essere bravo a recensire un libro o un film, ma non mi ritengo in grado di fare marketing.
        Questo perché chi fa marketing è in grado di vendere qualsiasi cosa, anche un oggetto che ritiene brutto e che non comprerebbe mai per me stesso: io invece per parlare bene di un libro o di un film ho bisogno di essere spinto da un sincero entusiasmo, altrimenti non trovo le parole. Grazie per la risposta! 🙂

        Piace a 1 persona

        1. Ovviamente!
          Questo è la differenza tra un recensore ed uno squallido venditore e tu non sei nemmeno solo un recensore ma un divulgatore!

          "Mi piace"

          1. In effetti sul lavoro sono un divulgatore, fuori dal lavoro sono un recensore. Un venditore invece non saprei esserlo, per il motivo che ti ho detto prima. Anzi, in realtà mi manca anche un’altra caratteristica fondamentale del venditore: la capacità di squadrare un cliente e capire istintivamente quale delle merci in suo possesso potrebbe essere interessato a comprare.
            Per dirti, il mese scorso sono andato in una cartoleria a fare delle fotocopie, e la signora dietro il bancone mentre la fotocopiatrice stava andando mi ha messo davanti una tazza di Snoopy e mi ha detto: “Le interessa?” Io le ho chiesto perché mi avesse proposto proprio quella tazza tra tutte le cose che aveva lì dentro, e lei mi ha risposto: “Lei ha dei peli di cane sul golf, quindi ne possiede uno e quindi può essere interessato a comprare un oggetto che raffigura un cane”. Ebbene, ho trovato questa serie di deduzioni così geniale che ho deciso di comprare davvero la tazza che mi aveva proposto: una simile prontezza d’ingegno andava premiata! 🙂

            Piace a 1 persona

            1. Fantastico racconto!
              Per un attimo mi sembrava di ascoltare una riga di dialogo di uno di quei serial televisivi britannici di investigatori alla Holmes!
              Effettivamente un bravissimo venditore non è un ciarlatano o un truffatore, che vende rame al posto dell’oro o che vende un elettrodomestico scarso come se fosse un prodigio, come magari qualcuno potrebbe pensare, no, il venditore più bravo è quello che riesce a “leggere” l’animo del cliente e trovare ciò che davvero lui desidera sul serio ma che magari non ha ancora deciso di comprare per tanti motivi (denaro, ritrosia, imbarazzo o altro) ed ecco che allora il venditore puro sangue sa dargli le giuste motivazioni per fargli superare ogni inibizione…
              A suo modo è diabolico ma non è un imbroglione.

              "Mi piace"

              1. Anche mio padre lavora in questo campo (fa l’addetto alle vendite per una ditta), e lui mi ha detto che per vendere un prodotto devi vendere prima di tutto te stesso. Se riesci ad accattivarti la simpatia della persona che hai davanti, quella persona proverà un istintivo e inconscio desiderio di compiacerti, e il miglior modo di compiacere un venditore è comprare il prodotto che sta proponendo.
                Ecco, volendo questa capacità di ispirare simpatia nel potenziale cliente è una terza caratteristica fondamentale del bravo venditore che a me manca. Essendo una persona gentile riesco a farmi benvolere, ma ho bisogno di tempo perché questo avvenga, non riesco a suscitare benevolenza e simpatia con immediatezza. Anzi, nell’immediato è più facile che emergano i miei difetti, come la mia tendenza ad esprimermi con termini molto forti (sia per elogiare che per criticare) e il mio ego smisurato. Per fortuna che faccio il professore! 🙂

                Piace a 1 persona

                1. Beh, si, per come la metti tu, hai ragione! Molto meglio che tu faccia il professore che non il venditore, il quale quando è davvero bravo non si mette mai su un piedistallo più alto della persona a cui vuole vendere… 😉
                  Buona serata e buona domenica per domani!

                  "Mi piace"

                  1. Anche a te amico mio, e grazie per la piacevole chiacchierata! 🙂

                    Piace a 1 persona

  4. Ti dirò la verità, ero molto scettica all’inizio perché pensavo che la scrittura della chat sarebbe stata molto asettica e schematica facilmente riconoscibile. Invece mi sono dovuta ricredere vedendo l’esperimento di Vittorio che la sta usando, inizialmente si intuiva il pezzo scritto dalla chat, ma in breve tempo ha assimilato il modo di scrivere di Vittorio ed adesso non si riesce più a distinguere quello che ha scritto lui dai pezzi scritti dalla chat. E’ davvero uno strumento che può essere molto utile, ma come sempre c’è anche il rovescio della medaglia se viene usata nel modo sbagliato e spacciando i suoi scritti come prodotto personale.
    Buona serata e buona domenica amico mio 🙂

    Piace a 1 persona

    1. Hai detto una verità enorme, Silvia e pensa che quella usata da Vittorio come anche da me è la versione gratuita di Chat GPT… Pensa cosa può produrre la versione in abbonamento a € 9,90 al mese…

      Piace a 1 persona

      1. Infatti, la cosa direi che è preoccupante in un certo senso.

        Piace a 1 persona

        1. Assolutamente, specie se non si dice chiaramente che si sta usando una IA per la composizione… Ma le implicazioni specie per i giornalisti e gli scrittori (che già fanno abbastanza pena come media morale) sono terrificanti!

          Piace a 2 people

  5. Wow! Mi hai sorpreso
    Avevo sentito parlare della Chat GPT, ma non ne avevo avuto mai un assaggio così diretto🙏

    Piace a 1 persona

    1. Vero? Sono rimasto stupito anch’io e ti assicuro che l’uso che ne ho fatto io è davvero molto limitato: le potenzialità sono enormi e come dicevo con Silvia quella che ho usato io è la versione gratuita… Pensa quella Premium in abbonamento!!!

      Piace a 1 persona

      1. Ma allora che faccio!?! Smetto di scrivere?!? 😀

        Piace a 1 persona

        1. Ma assolutamente no!
          La nostra umanità avrà sempre la meglio e resteranno sepolti solo coloro che già ora vivono di copia incolla, ma non tu, mai

          Piace a 1 persona

          1. Che sospiro di sollievo!!! 😉
            Buona domenica

            Piace a 1 persona

  6. Visto che nessuno lo fa notare, io ricontrollerei la veridicità di quanto scritto dall’IA. Per quanto riguarda gli altri esempi non lo so, ma per quanto riguarda Biancaneve non c’è nessun effetto Mandela, piuttosto un capire male la frase proprio a livello uditivo. La formula della Regina non è “Specchio magico delle mie brame” (ma da dove l’ha presa?) ma “Specchio, servo delle mie brame”, molti sentono quel “servo” in assonanza con “specchio”. Chat GPT incappa spesso in questi errori, per quel che mi riguarda conviene ancora scriverli i testi e non affidarsi all’IA. In ogni caso, a me sembrava molto diverso dallo stile che usi di solito.

    Piace a 1 persona

    1. Oh, Alessia, anzitutto grazie di cuore per il tuo commento, perché contiene implicitamente un bellissimo complimento a me a cui piace scrivere: che tu abbia riconosciuto come differente il mio stile della seconda parte da quello più piatto e monocorde della prima scritta dalla AI non può che infatti farmi molto onore!
      Sulla mancata precisione da parte di Chat GPT nella citazione, sei entrata in un campo che necessiterebbe di un approfondimento a parte, ma che può essere riassunto con un semplice “ci stanno lavorando”.
      Stiamo infatti parlando di un processo creativo ancora in evoluzione e certamente con non pochi difetti, che però sono destinati con il tempo ad essere sistemati e tra essi c’è soprattutto quello della traduzione nelle varie lingue (quella di chi fa la domanda, quella delle varie fonti e quella delle risposte e così via), dove spesso si nascondono allotropie: anche l’effetto Mandela in cui incappano moltissimi riguardo la frase esatta pronunciata dalla Regina in Biancaneve è chiaramente basato, come dici tu, su un problema di assonanza ( quel «Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?» è diventato in molti, quasi tutti, un falso ricordo di un mai pronunciato «Specchio, specchio delle mie brame: chi è la più bella del reame?») ed anche se la citazione fornita da Chat GPT dell’originale non è precisa, come hai giustamente fatto notare tu, il concetto del falso ricordo collettivo è invece verissimo: in pratica, da osservatori, possiamo distinguere tra un errore di citazione di Chat GPT (complicato dal fatto che la frase originale inglese prevedeva una iterazione vera con «Mirror, Mirror» assente nella traduzione italiana ed incredibilmente tornata fuori nel falso ricordo collettivo) e la constatazione reale che tale effetto Mandela esiste nel modo più categorico, quindi una citazione errata della IA per un fenomeno vero. Ma quante volte capita a noi umani di fare citazioni sbagliate per spiegare un errore altrui? Domanda retorica a cui rispondo: moltissime, specie se andiamo di fretta ed in quel caso non si tratta di Effetto Mandela ma di mancata accuratezza (io che amo i classici latini spesso provo dolore nel sentire ad esempio le errate attribuzioni di frasi e motti).
      Quindi Chat GPT fa errori? Certo che sì!
      Alcuni studenti di Storia qui alla Facoltà di Bologna avevano cominciato a collazionare errori di Chat GPT, creando un blog che si arricchiva ogni settimana di decine di notazioni da parte degli utenti e che poi si sono rivelate presenti anche su alcune pagine di Wikipedia (da troppi assunta come oro colato ed invece ahimè fallace come tante altre cose, pur senza togliere nulla al suo valore divulgativo immenso, specie per la sua gratuità): alla fine il blog è scomparso dal web, per scoprire poi che quel lavoro di correzione e debunking era in realtà continuato ma direttamente dentro un servizio redazionale inserito nei beta testing di OpenAI, quindi la rilevazione degli errori diventava parte del processo di apprendimento della AI.
      Il concetto è che con Chat GPT un vero divulgatore deve sapere che quanto fornito non è ancora attendibile al 100%, come tuttavia accade anche nelle notizie fornite ogni giorno dai media (distinte tra grossolane sviste, ignoranza del giornalista, superficialità e nei casi peggiori malizia) per non parlare poi delle “comode” narrazioni fatte dagli esponenti politici dei vari schieramenti italiani o esteri: un oceano di approssimazione in cui spesso ci si arrende alle onde e si naviga a vista!
      Pensa, tuttavia, Alessia, al potere di autorevolezza storica che potrebbe avere un divulgatore che sommasse tutte le cose scritte e pubblicate da Alessandro Barbero con quanto da lui riportato in live nelle varie conferenze caricate su YouTube e che poi le sommasse di di nuovo con i testi di autori eminenti come Jacques Le Goff e poi ancora con quelle di altri ancora è così via in continuazione, comprendendo falsi miti e successive correzioni e questo ogni anno, ogni ora, ogni minuto, ogni ricerca fatta su Google e nei forum, comprese le parole del tuo commento e della mia risposta… Una mole di dati impressionante, vero? Eppure è qualcosa a cui stanno mettendo mano da anni e che ora sta uscendo allo scoperto con diversi livelli di autorevolezza tra Premium e Gratuito (la verità diventa un bene da vendere)…
      Il limite non si è ancora visto…
      Buona domenica e grazie ancora del tuo commento!

      "Mi piace"

      1. Non è che fosse particolarmente difficile: tu scrivi frasi complesse, molto lunghe, ChatGPT è incapace di fare questa cosa. Altro fatto, tu non scrivi mai il vero argomento all’inizio, ma lo metti sempre a metà. Quindi un tuo articolo sarebbe iniziato con una descrizione delle scene poste e solo dopo avresti spiegato cos’è l’effetto Mandela. Il problema è che queste IA esistono da molti più anni di quel che si pensa. Chat che simulano una persone esistono da molto tempo. Il problema vero di chat GPT è che attinge solo a ciò che può raggiungere. Un libro pubblicato non è tra queste fonti. Una ricerca nuova pubblicata su PubMed e a pagamento non è raggiungibile da Chat GPT, ma lo sarebbero gli articoli che usano quell’articolo come fonte. Il risultato? Le IA restano e resteranno confinate al pubblico dominio. Quindi fake news, che continuano a crearsi, piccole incongruenze… Per quanto possa fare il machine learning, queste IA si basano sul lavoro umano che non può essere eliminato, perché altrimenti non avrebbe fonti. Insomma, prima che Chat GPT possa scrivere sull’effetto Mandela, deve esserci un umano che abbia scritto sull’effetto Mandela. Questo rende impossibile, tra l’altro, trovare info che escono dal mondo occidentale. Con quelle di creazioni immagini ho provato a creare un gitano. È stato impossibile, piuttosto mi creava un Jack Sparrow, ma quello che chiedevo io no. È inutile, queste IA sono tremendamente legate al maggior flusso di informazioni e stanno dimostrando come effettivamente siamo bianco-centrici.
        In ogni caso continuo a non essere d’accordo con l’associare il capire male un’assonanza (specchio-servo ma anche spumeggiante che è in realtà sfumeggiante) con un ricordo fallace. In quel caso non abbiamo un ricordo fallato, è proprio una comprensione errata. Più sensato sarebbe stato l’esempio Star Wars di “Luke, sono tuo padre” con “No. Io sono tuo padre.”
        Inoltre io ho anche provato a fargli creare una storia per un gdr. Il risultato è stato che ha preso i temi ricorrenti e li ha messi assieme. Risultato? Una principessa rapita in un castello perché non voleva sposare il principe cattivo. Non c’è stato neanche verso di fargli scrivere di più, se prendi i temi più ricorrenti, finisci per forza per creare qualcosa di già sentito. Tra l’altro io vorrei far notare che tutti hanno paura, eppure tutti la usano e non ha senso, visto che migliora con l’uso. Chi ha paura dovrebbe semplicemente smettere di usarle. Meno gente li usa, meno imparano.
        Aggiungo l’ultima cosa: io non la trovo utile manco a trovare idee. Ho provato a chiedergli aiuto per una storia che parlasse di “cose proibite” ambientata a carnevale. La prima volta mi ha detto che non lo avrebbe fatto perché non può invogliare la gente ad atti criminali. La seconda mi ha scritto una storia su una ragazza che va a una festa, beve e poi arriva la polizia che li arresta (stile festa americana). La terza volta un ragazzo fa strage a una festa di carnevale, arriva la polizia e lo arresta. Insomma, continuava a scambiare “cose proibite” con “cose illegali”.

        Piace a 1 persona

        1. Te lo dico con il cuore e malgrado in questo momento io sia impegnato a fare tutt’altro (sono fuggito da uno stand fieristico dove sto semplicemente dando una mano), ho sentito il bisogno di risponderti subito: questo tuo commento è uno dei più belli, colti, emozionanti ed anche preziosi che io abbia mai ricevuto da quando ho iniziato a scrivere su WordPress!
          Anche se ci sono molte cose che vorrei specificare specie sulle fallacie legate ai falsi ricordi, magari in un gradevole botta e risposta con te, resta il fatto che non posso che sottoscrivere quasi ogni tua affermazione e rendere anche omaggio alla tua non comune capacità di restare sul pezzo quando si discute (viviamo in un mondo social fatto da voyeurismo e “ditolunismo”, se mi perdoni il neologismo rozzo che però penso tu conosca).
          Sei fantastica, sul serio e sono davvero onorato di averti come lettrice!!!
          Buon residuo di domenica e cerchiamo di restare in contatto via web!!

          Piace a 1 persona

          1. Ti lascio al tuo lavoro 😊.
            Solo una cosa, prima però. Ho cambiato nick e deciso di mettere nome, cognome e foto, ma non è la prima volta che parliamo, anzi. Forse QueenBelial e un disegno di Clopin della Disney dovrebbero sbloccarti qualche ricordo. 😃

            Piace a 1 persona

            1. Raynor’s Hall… La Corte dei Miracoli!!!
              Che vergogna non averti riconosciuta!!!
              Shame on me, shame on me…
              Un doppio abbraccio ed un bacio (non richiesto) in fronte!

              Piace a 1 persona

  7. E in effetti io ho scoperto che la Chat GPT non conosce le canzoni. Si inventa i testi. Ho tentato con un paio di canzoni note ( a noi) , tipo Piccolo grande amore di Baglioni e Nella vecchia fattoria. Ma poi quando gli ho copiaincollato il testo corretto , la Chat non lo ha imparato. In una nuova conversazione ne ha inventata una versione ancora diversa, tenendo solo ia-ia-o. Quindi mi chiedo: come apprende? Perché apprendere dagli utenti mi sembra alquanto pericoloso, in effetti.

    Piace a 1 persona

    1. Quella che è stata rilasciata gratuitamente al pubblico come versione gratuita è la vecchia Chat GPT: ora per chi ha l’abbonamento Premium siamo a GPT-4, una vera bomba!
      L’apprendimento non è p2p ovvero non è tra 1 utente e la AI ma tra tutti gli utenti e la AI, nel senso che anche il concetto di “correttezza” di un testo di una canzone (ma anche di una formula matematica o altro) non si basa sulle correzioni individuali (le tue o le mie per dire) ma sul numero di correzioni complessive e sulla fonte (autori, enti, altro) e nella frequenza.
      Tutte le correzioni non entrano se non raramente a far parte del servizio gratuito ma come upgrade delle nuove versioni.

      Piace a 1 persona

      1. Interessante… ma GPT 4 è aggiornata in tempo reale?

        Piace a 1 persona

        1. Solo in parte.
          L’esperimento letterario che sta facendo Vittorio (commento in alto) ad esempio mostra una modifica costante dell’output letterario di GPT che è passata da produrre testi narrativi basici e spartani ad opere sempre più complesse e più simili al suo stile…

          Piace a 1 persona

          1. Sto leggendo proprio ora un articolo sul Corriere della sera Login che parla di questo. Grazie per i nuovi spunti (restare indietro in questo campo è facile: basta distrarsi due giorni!)

            Piace a 1 persona

            1. Non hai idea invece di quanto io ringrazi te, sul serio!
              La nostra umanità è ancora quella che ci rende unici e la tua gentilezza unita alla tua curiosità nel è perfetta dimostrazione: buona domenica!

              Piace a 1 persona

              1. Buona domenica a te! ☺️

                Piace a 1 persona

                1. A proposito, devi perdonare una mia apparente insensibilità se ti dico che, girovagando per i tuoi post più recenti (sono lento come un bradipo a legarmi ad un nuovo blog) sto ancora ridendo tra me e me per alcune perle di umorismo di cui la tua prosa moderna è disseminata anche quando racconti (condividi) fatti dolorosi (e non “fatti per essere dolorosi” se comprendi il gioco di parole)… In particolare mi sto ripassando come una caramella gustosa in bocca quel pezzo in cui parli della Badante 3 georgiana e della sua dieta a base principalmente di biscotti, caffè zuccherato, pomodori, patate e cotolette di pollo impanate e per concludere (un guizzo! Applauso…) dici lapidaria «Spero che fra poco non occorra una Badante 4 per la Badante 3»
                  Sei una scoperta preziosa.

                  Piace a 1 persona

                  1. In realtà anche se sembra naturale la mia ironia è forzata. Di natura sono una tragedia greca, ecco perché nel mio blog ho bisogno di sdrammatizzare… (in ogni caso Badante 3 ha attaccato la sua mania del non mangiare a mio padre, il che andrebbe anche bene, visto che doveva dimagrire)

                    Piace a 1 persona

                    1. Capisco benissimo il tuo appunto è la cosa non sminuisce la portata e l’efficacia ma anzi le da maggiore spessore.
                      Buon inizio di giornata!

                      Piace a 1 persona

                    2. Anche a te Kas! (Posso diminuire il tuo nome? )

                      Piace a 1 persona

                    3. Assolutamente si… Kas… Sai che non mi dispiace affatto?

                      Piace a 1 persona

    1. Grazie moltissimo! Buona serata anche a te, Grazia.

      Piace a 1 persona

  8. Lo trovo inquietante. Non perché non lo capisca, ma per il semplice fatto che la Cultura andrà a… quel paese, l’intelletto anche e con lui la creatività, l’originalità, le capacità e un sacco di altre cose che rendono ognuno di noi unico. Insomma, un abominio.

    Piace a 1 persona

    1. Inquietante è l’aggettivo perfetto, perché quella della presenza sempre più ingombrante delle AI nel campo della scrittura creativa e del disegno (grafica e pittura) non sta nemmeno avvenendo in modo plateale, ma quasi in sordina, come un brutto male, che in silenzio comincia a farsi largo nell’organismo sociale, all’inizio con poco disagio per tutti, anzi quasi sorridendo, come un amico e poi facendosi sempre più largo tra le cellule sane…
      Oltretutto non si può nemmeno rifugiarsi metaforicamente sull’Aventino, come fa qualcuno che finge che tutto questo non esista, continuando a ignorare l’esistenza e la continua crescita delle AI… Paradossalmente meglio saperne di più, capendo come funzionano questi nuovi applicativi e quali sono per ora i loro limiti, al fine di cambiare noi stessi per essere ancora più originali ed unici ed in qualche modo difendersi: anche in guerra (e questa lo è a tutti gli effetti) l’esercito che vuole resiste ad un’aggressione deve mandare degli scout in avanscoperta, per arrivare in cima alla collina e spiare di nascosto l’accampamento dei nemici, per capirne la strategia e contare le forze…
      Comunque intanto grazie di cuore del tuo commento!

      Piace a 1 persona

      1. Concordo con te che è meglio conoscere “il nemico” delle nostre peculiarità e non solo 😉 Grazie di aver sollevato il problema 🌹

        Piace a 1 persona

        1. Grazie a te per leggermi: ho massimo rispetto per chi usa parte del suo tempo per leggere ciò che scrivo, dico sul serio.
          Buona serata!

          Piace a 1 persona

          1. Grazie a te che posti temi importanti che altrimenti passerebbero in sordina ❤

            Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Giada Cancella risposta

Atti effimeri di comunicazione

Atti creativi e oggetti sommersi.

Non sono ipocondriaco

Ma se il dottore non mi vede si preoccupa (by Kikkakonekka)

Un blog senza nome

"La parola è un'ala del silenzio." (Pablo Neruda)

italianosemplicemente

la lingua italiana con divertimento

Cronache di un errante

Cronache perchè racconto uno dopo l'altro i giorni che bisogna vivere. Piccoli fatti, niente di che. Errante perchè erro molto, vagando nello spazio e dentro di me. Ed erro perchè sono umano, errare per imparare, o perchè non se ne può fare a meno.

NemoInCucina

Mangiare Bene - Vivere Bene

caterinarotondi

Se non combatti per costruire la tua vita non ti rimarrà niente

Comodamentesedute

un angolo confortevole dove potersi raccontare

©STORIE SELVATICHE

C'ERA UNA VOLTA, UNA STORIA SELVATICA...

crescita interiore evoluzione spirituale crescita personale

#Etidea, #Percorso, #Equazionedeltutto, #Crescita #crescitapersonale, #evoluzionespirituale, #romanzidiformazione, #psicologia, #filosofia, #libri, #lettrici, #lettori, #conoscenza

TRACCE MINIME

Quel che resta

Blogaria

L'opinione che ti cambia la vita

Emozioni: idee del cuore

Raccontare le emozioni tra le pareti della Sala Operatoria e della mia vita.

La speranza ilcuore della vita di Raffaella Frese

Frasi, citazioni, pensieri che nascono dal cuore

graziadenaro.wordpress.com/

Mandorle e sale Poesie

infuso di riso

perchè nella vita ci sono poche ore più gradevoli dell'ora dedicata alla cerimonia del te pomeridiano (H. James)

Briciolanellatte Weblog

Navigare con attenzione, il Blog si sbriciola facilmente

MetropoliZ blog

uno sguardo sulle Arti, sulla Disabilità, sulla Dipendenza e sul Disagio Sociale 🎷🎬♿🚬

Poesia&Cultura

Nosce te Ipsum (Socrate)

ilcoraggioperforza

La mia vita con la sclerosi multipla; una voce che parla scrivendo; punti di vista dall'alto di una sedia a rotelle 😉💪♿💞

Silvano Bottaro Blog

dimora virtuale

Scelti per voi

Selezione di post che hanno attirato la mia attenzione scelti per voi dalla blogsfera

Franaglia loimmaginocosì

Se ti senti sbagliato non è il posto giusto.

4000 Wu Otto

Drink the fuel!

•Pat~strocchi

Intreccio parole e ne faccio poesia

Recensioni amichevoli

libri e tutto ciò che ci piace

La Custode della Luna

Segreti e misteri di una strega "lunatica"

È pizza 🍕

Pizza & hinterland....

Cooking Dona - Vita da Pecora

Cucina economica facile e veloce per chi ha poco tempo e vita in casa

Le cose minime

Prendo le cose gravi alla leggera, e le cose piccole molto sul serio.

lastregaurbana

L'illuminazione si vede meglio al buio

Keep Calm and Drink Coffee

Keep Calm & Drink Coffee

Pensieri di Lisa

Le emozioni mi strabordano

La Vita come in un Romanzo

Se puoi sognarlo, puoi farlo. W.Disney

musalogia

è un blog endorsum

RIVA OMBROSA

Quando si ama si dona

Pensieri Parole e Poesie

Sono una donna libera. Nel mio blog farete un viaggio lungo e profondo nei pensieri della mente del cuore e dell anima.

PENSIERIALLAFINESTRA

Mai dire farò, ma fare

sherazade2011

Con te conversando, dimentico ogni tempo e le stagioni e i loro mutamenti: tutte mi piacciono allo stesso modo. (Milton)

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora