Tutto chiede salvezza

Questa è una serie televisiva in 7 episodi, trasmessa da Netflix, di produzione totalmente la italiana, come adattamento del libro omonimo scritto da Daniele Mancarelli, che ha collaborato alla sceneggiatura assieme agli autori Daniela Gambaro, Francesco Cenni e Francesco Bruni, quest’ultimo anche regista di tutti gli episodi.

É una fiction che parla del problema della salute mentale e degli ambienti in cui viene normalmente trattata e lo fa in maniera vera, diretta, ma anche delicata: i 7 episodi rappresentano ciascuno i 7 giorni del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) a cui viene sottoposto Daniele, il protagonista della storia, interpretato da un bravissimo Federico Cesari, che al termine di una serata di bagordi in discoteca, dove un mix di alcool e droga lo hanno condotto ad una crisi di rabbia, sfoga tutto questo in una violenta aggressione contro i propri genitori.

Non parlerò appositamente degli altri attori, tutti comunque molto bravi, perché voglio concentrarmi solo sulla serie in sé, sul suo valore e su quello che lascia dentro finita la visione e lo farò evitando qualsiasi spoiler.

Premetto che non è indubbiamente una serie adatta a tutti: io penso, infatti, che se già si soffre di depressione o si è in crisi esistenziale, sia meglio non guardarla, perché se già non è facile per chiunque riuscire a trovare un senso di questa nostra vita, di fronte alle tante ingiustizie e agli eventi sfortunati che a tutti capitano, la narrazione della vicenda aggiunge ulteriori dubbi e molte nuove domande, creando un senso di smarrimento: si sa che c’è sempre chi preferisce non farsi domande e vivere alla giornata, ma c’è anche chi invece di domande se ne fa tante, non riuscendo a trovare tutte le risposte ed infine c’è chi le risposte le trova solo dopo un percorso interiore, sicuramente non facile, perché tutto dipende dalla sensibilità di ognuno e alla propria capacità di reagire alla vita stessa.

Per tutto questo, non è affatto semplice fare una vera recensione di questa serie molto particolare, tenera e persino comica in alcuni momenti, ma al contempo terribilmente realista, dura e cinica in altri: il risultato di questo mix è un pugno allo stomaco di difficile smaltimento.

Come dicevo sopra, la serie è il racconto dei 7 giorni di TSO a cui viene sottoposto il protagonista, un ragazzo ventenne dei nostri giorni, con un lavoro che non ama ma che fa per rientrare nella “normalità” e che il fine settimana si “sballa” in discoteca, come in una sorta di liberazione. Ma quella sera esagera, dopo essere caduto in crisi per aver toccato con mano l’ingiustizia della vita e la sua precarietà, mettendo davvero in discussione il senso di tutto: il mattino dopo, si risveglierà in un in un luogo che non conosce, con i polsi legati al letto, assieme a quattro compagni di stanza con evidenti problemi caratteriali, a cui successivamente se ne aggiungerà un quinto.

La prima reazione di Daniele sarà quella di un rifiuto totale, verso il luogo e soprattutto verso i compagni di stanza, che lui stesso definisce “matti” e con cui non vuole avere niente a che fare, proprio perché lui si considera “normale”: non ha alcuna memoria di quanto è successo la notte prima e verrà messo al corrente solo dal medico, che gli parlerà dell’aggressione al padre e di come il suo trattamento sanitario durerà per 7 giorni, durante i quali sarà costretto a restare nel reparto.

Da quel momento inizia il percorso del protagonista all’interno del reparto, attraverso la conoscenza dei suoi compagni, ognuno con la propria storia e la propria personalità che pian piano inizia ad apprezzare e a valorizzare, ma anche di se stesso, arrivando alla fine alla conclusione a cui viene fatto arrivare anche lo spettatore: “chi inizia a farsi troppe domande sulla vita e a cercare le risposte viene considerato matto!”

I pregiudizi che contribuiscono a questa visione della realtà sono sempre presenti, anche fra gli stessi compagni di camera, tanto che essi stessi mettono in discussione la loro credibilità, perché nonostante si sentano vittime innocenti del giudizio “sociale”, a loro volta essi si giudicano, spesso sbagliando.

Tuttavia con il passare dei giorni e con la presa di coscienza dei propri problemi, il legame che unisce i membri del gruppo diventa sempre più forte e resterà tale anche una volta usciti da lì.

Quando si parla di problemi mentali, il confine tra ciò che viene considerato “normale” e quella che viene definita “pazzia” è una linea molto sottile e la serie lo evidenzia molto bene, perché, che lo si voglia oppure no, ognuno di noi può riconoscersi in molte delle domande, delle emozioni e delle paure aleggianti in quella stanza d’ospedale e per questo motivo si comprende come la tanta agognata “normalità” non sia altro che il rispetto di un cliché prestabilito, fatto in maggioranza di apparenza.

In questa serie vengono toccati molti punti delicatissimi: su tutti certamente la grande influenza che la famiglia ha su queste persone e sui loro conseguenti problemi, ma poi le carenze di queste particolari strutture sanitarie sia di personale che di mezzi, trovando anche il tempo di raccontare i problemi personali dei vari medici e infermieri, persone comuni come ognuno di noi; infine si parla dell’amore, quello malato, quello tossico, quello portato per interesse, ma anche quello vero, che sa anche metterti in modo sincero di fronte ai tuoi sbagli in maniera dura e decisa e che per questo alla fine ti può salvare.

Da tutto questo, ciò che alla fine emerge in questa serie è la consapevolezza di essere fragili, sensibili e per questo di avere solo bisogno di “salvezza”, da parte di questa vita così bella ma complicata ed anche molto dura.

Tutto chiede salvezza è una serie italiana davvero di pregio, che merita di essere vista, ma con il dovuto rispetto e la massima attenzione.

Silvia

49 pensieri riguardo “Tutto chiede salvezza

  1. Una bella recensione: i problemi di cui tratta sono problemi di cui bisogna prendere coscienza, per riuscire a trovare una soluzione.
    Buona serata, Silvia cara

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    1. E’ vero, purtroppo oggi molte persone vengono lasciate a loro stesse o nelle famiglie che non riescono a far fronte a questo tipo di problemi da soli, infatti capita spesso che succedano fatti gravi dovuti a queste cause. Buona serata Luisa.

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      1. Grazie per la risposta! Buona serata a te🙏🌺

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  2. Silvia non ho visto la serie televisiva senza troppe remore dico che ho conosciuto da vicino questa difficile realtà .
    I centri di igiene mentale non riescono a soddisfare le numerose richieste .
    Negli ultimi anni in aumento , i Tso sono un rifugio momentaneo in casi accidentali come nelle malattie croniche .
    La normalità tante volte mi sono chiesta cos’è? Farsi del male e farlo agli altri non è “normale “.
    Vi sono situazioni familiari che superano il limite della convivenza possibile . Grazie di quanto hai scritto, buona serata

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    1. Hai ragione è proprio così, purtroppo è un grave problema ma sembra che nessuno abbia voglia di risolverlo, anche se obiettivamente non è una cosa facile.
      Grazie a te, buona serata.

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      1. Della tua recensione mi scuso non ho parlato mi ha colpito molto la tua recensione , ho trovato grande riscontro con il reale .
        E se non la vedrò è proprio perché.per il momento di particolare sensibilità che attraverso non posso.
        Spero che sia solo l’inizio di una serie importante come questa . Come ti ha già scritto Kasabase io ti invito a continuare a scrivere di tematiche molto delicate e severe che ci circondano o che talvolta viviamo . Non ignoriamo questa realtà a te brava ❣️
        E grazie …

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        1. È più che comprensibile fai bene, anch’io penso che sia solo l’inizio per fortuna di serie come questa che mettono in rilievo quella realtà scomoda che c’è e s cui bisogna prestare attenzione e rispetto.

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  3. Normalmente non guardò mai le serie televisive italiane, colpevoli a mio avviso di essere la massima espressione di quella piatta provincialità e di quella soporifera scuola attoriale da recita parrocchiale che ammorba gli show prodotti nel nostro paese e di questa cosa mi sono spesso lamentato quando scrivo nei vari social, ma proprio questo mio disprezzo è anche il motivo per cui all’opposto considero questa miniserie da te recensita un piccolo miracolo televisivo, con oltretutto gli ottimi auspici che possa essere solo il primo di una serie felice di esempi per la nostra televisione.
    Il mio disgusto è infatti normalmente diretto proprio contro quelle produzioni nazional-popolari costruite attorno a storie melodrammatiche stucchevoli, sciatte laddove dovrebbero essere realistiche, patetiche dove invece sarebbe richiesto il linguaggio della tragedia, come nei tanti campioni di questo genere, alla Don Matteo , Carabinieri, Un Posto al Sole, Un Medico in Famiglia e via discorrendo, ma quella da me descritta era la strada seguita fino ad oggi, senza coraggio e senza creatività da Rai e da Mediaset, da cui già Sky aveva iniziato ad allontanarsi, non solo con Gomorra o Romanzo Criminale, ma anche con le due dignitosissime stagioni del poliziesco Petra (dove tra l’altro, oltre alla Cortellesi, figura un ottimo Andrea Pennacchi che qui interpreta Mario), mentre la fiction da te recensita è il futuro.
    Insomma, dopo il bellissimo Bang Bang Baby di Amazon, anche Netflix ha messo a segno un colpo davvero ottimo con questa Tutto chiede salvezza, per la quale, cara Silvia, non ti ringrazierò mai abbastanza per avermela a suo tempo fatta conoscere e consigliata e così io spero sarà lo stesso per chiunque seguirà il tuo consiglio di visione dopo questo appassionato e godibilissimo tuo post!
    Sappi che dopo che tu me ne avevi parlato in privato, io ho tergiversato prima di vederla, preso da mille altre cose, finché un giorno non mi hai annunciato che ci avresti scritto un post e quella è stata la molla per farmi iniziare la sua visione la sera stessa e non mi sono più fermato, finendola tutta nelle due serate successive! Tuttavia volli tenertelo nascosto (con grande e fatica, perché conosci la mia logorrea!) fino ad oggi, quando posso finalmente darti le mie impressioni come commento al tuo post… Quale occasione migliore?!?
    Hai ragione su tutto quello che hai scritto ed anch’io stra-consiglio questa piccola produzione, assolutamente minimale, sobria, senza eccessi o guizzi creativi altisonanti, ma incredibilmente calzante, senza tempi morti, convincente ed incredibilmente appassionante, recitata con grande bravura da tutti, specie i due protagonisti.
    Non solo, aggiungo io che dal punto di vista narrativo ha lo stesso pregio di un grande romanzo perché il piacere della visione, invece di diluirsi stancamente, aumenta puntata dopo puntata e questo per merito di una scrittura eccellente.
    Eviterò anch’io come te di fare spoiler, che rischierei di fare anche solo raccontando le emozioni contrastanti che ho provato durante e dopo la visione (se capisci cosa intendo)…
    Nella serie, c’è anche tutto un discorso molto affascinante sulla scrittura e sulla poesia su cui si potrebbe parlare molto, ma per ora mi limiterò a dire che hai scritto una bellissima recensione, molto, molto “tua”, piena di passione e piena di voglia di far aprire gli occhi anche agli altri sui problemi di salute mentale nelle persone intorno a noi, spesso invisibili e non spettacolari, ma che condizionano gioia e dolore, in quello che il poeta Eugenio Montale chiamava “il male di vivere”…
    Scrivi più recensioni e parla più spesso di ciò che davvero ti piace, perché ti viene benissimo!!
    Buona serata e buon week-end!

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    1. Mi fa molto piacere che tu l’abbia vista e che tu la pensi come me, anche se, conoscendoti, lo immaginavo, avremo comunque occasione di parlarne in privato 😉
      Ti ringrazio come sempre, ho fatto questa recensione perché mi ha davvero colpito, come ti avevo detto e anche a distanza di tempo la sensazione rimane sempre la stessa, viva e presente.
      Buona serata e buon fine settimana a te 🙂

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      1. Mi sono divertito a tenerti nascosto fino a questa sera la mia visione!
        Una serie che mi ha preso al cuore, allo stomaco ed al cervello e a poesia finale che viene recitata da Daniele al funerale è stupenda!!

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  4. Concordo col finale del commento precedente: scrivi in modo da incuriosire e invitare a guardare. Io per esempio non l’ho vista e ora ho voglia di vederla ☺️

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    1. Ti ringrazio, mi fa davvero piacere averti incuriosito perché merita davvero, io non ho Netflix, ma l’ho trovata sul web anche fuori da quel sito perché la sola pubblicità mi aveva molto incuriosito.
      Buona serata.

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      1. Neanch’io ho Netflix, la cercherò altrove. Grazie, buona serata anche a te.

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  5. Una serie davvero molto bella che ho cominciato a guardare e ho messo da parte per il momento. Per guardarla di seguito. Mi piace seguire con attenzione queste serie che mi interessano. Indubbiamente il tema non è facile, ma attuale.
    Ciao Silvia, buona serata

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    1. Fai bene, ha bisogno di attenzione, buona serata a te.

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      1. Le puntate che ho visto le ho seguite attentamente, sai ho un passato di depressione e, pur non avendo vissuto quelle situazioni, sono molto sensibile al tema.
        Buona serata.

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        1. Come ho detto non è di facile visione, prenditi i tuoi tempi…

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          1. Sì, ho visto, gli attori sono tutti molto bravi, Federico Cesari lo apprezzo molto nella poliedricità dei ruoli che interpreta.

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    1. Sì lo so, buona serata.

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  6. 𝑃𝑎𝑜𝑙𝑎 𝑃𝑖𝑜𝑙𝑒𝑡𝑡𝑖 3 Dic 2022 — 21:32

    Non ho ancora avuto tempo per guardarla ma dopo la tua recensione super accurata,delicata, e di pancia (cosa che apprezzo in ogni tuo scritto) la guarderò sicuramente. Sono tematiche attuali, e sì occorre una grande sensibilità per comprendere. 😘

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    1. Sono convinta che ti piacerà sist!

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      1. 𝑃𝑎𝑜𝑙𝑎 𝑃𝑖𝑜𝑙𝑒𝑡𝑡𝑖 3 Dic 2022 — 21:50

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  7. fulvialuna1 3 Dic 2022 — 21:52

    Grazie per questa recensione, metto in lista ma non so se la vedrò, il TSO non dico che è, finalmente, una mia buona conoscenza, ma siamo sempre sull’orlo del baratro. Seguiamo una persona ormai da tre anni, una giovane donna, sola, per noi è parte della famiglia anche se non vive con noi. Difficile, tanto, sofferenza. Chi vive questo genere di realtà fa uno sforzo enorme per non scappare.
    All’ultimo ricovero, circa 7 mesi fa, questa persona mi ha guardato e mi ha detto “Mai più, non ci voglio più entrare ho paura…” , ecco Silvia questa frase ha sconvolto anche me.
    Grazie per le tue parole che indicano grande rispetto, umanità e consapevolezza ❤

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    1. Grazie a te, immagino la paura, anche nella serie è sempre presente, paura di se stessi e delle proprie reazioni che non si riesce a gestire….

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  8. La serie sicuramente merita, ma a mio parere i libri danno qualcosa in più, quindi mi permetto di dire che i ibri di Daniele sono fantastici e pieni di profondità da assaporare prima di vedere la serie TV

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    1. Il libro non l’ho letto, ma in generale so che, proprio per quello che hai specificato, chi vede il film o la serie dopo aver letto il libro resta quasi sempre deluso, quindi non so cosa sia meglio sinceramente. Buona domenica.

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  9. Anche io ho letto il libro e in effetti devo ammettere che le immagini del trailer non mi avevano convinta granché …
    Del resto devo ammettere che anche il libro mi ha lasciato alcuni interrogativi.
    Ma la tua recensione mi è piaciuta molto: complimenti davvero per la tua sensibilità.

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    1. Grazie mille Claudia, buona serata!

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  10. Anche su questa recensione tornerò… con i miei tempi da ent

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    1. Puoi farlo quando vuoi, non c’è scadenza 😏

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        1. Scusa l’ignoranza ma gli ent chi sono?

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          1. …stanno ancora cercando le entesse, la loro controparte femminile, ma anche questa è un’altra storia … 😉
            Leggendo la biografia di Tolkien (a tratti, ci devo ritornare per bene) non mi pare che emerga un personaggio privo di tratti oscuri, ma in fondo era un padre nato nell’800… però ha toccato vette poetiche incredibili.

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      1. Le creature a foggia di albero che tra le prime hanno abitato Arda, cioè l’antica Terra di Mezzo di Tolkien. Per loro, il tempo, è dilatato come per le grandi piante che sembrano. Un per un ent-albero che campa migliaia di anni, se pensa mesi ad una cosa, è come se passasse un minuto per un Hobbit

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        1. Aaaa ok, però ti avviso, ho già una certa…..non mi fare aspettare troppo 😜

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  11. Adesso mi hai incuriosita. Non ho Netflix ma il libro quello sì lo vado a cercare. Grazie Silvia 🌹

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    1. Si trova anche la serie sul web, nemmeno io l’ho!

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      1. Grazie della dritta 😉👍

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  12. Grazie per questo articolo. Non conosco la serie ma conosco il problema visto che lavoro insieme a persone che hanno di questi problemi. Dico lavoro insieme perché assieme facciamo arte in un posto bellissimo nel quale si lavora a “quattro mani” creando opere. Nel mio caso si tratta di musica ma ci sono anche pittura, danza, teatro e parole. Devo dire che, spessissimo, le persone che hanno di questi problemi hanno un tasso di creatività molto superiore ai cosiddetti “normali” e spesso insegnano, loro a noi, tantissime cose facendocele osservare da nuovi punti di vista.

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    1. Non stento a crederlo, in effetti, (parere del tutto personale) ho sempre pensato che si tratti di persone estremamente sensibili e fragili che vedono la vita da un punto di vista diverso da quello che usiamo normalmente. Questo chiaramente escludendo le persone violente o pericolose che del resto ci sono ovunque. E’ un po’ come per l’autismo in cui si rinchiudono nel loro mondo, non per questo migliore del nostro. Complimenti per l’attività che svolge penso che le dia molte soddisfazioni!

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      1. le soddisfazioni sono, invero, numerose e, se non ti dispiace o ti crea problemi puoi tranquillamente darmi del tu.

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  13. Ho adorato, questo film, per esperienza personale. É stato un fiume di ricordi ed emozioni. In mezzo a tanta spazzatura che gira in TV, é stata una piacevole sorpresa, trovarlo.
    Un abbraccio 😘

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    1. La penso così anch’io, un abbraccio a te, buon fine settimana.

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